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La separazione coniugale è un evento in crescente aumento. Lo dimostrano anche i dati Istat, i quali rilevano un incremento del numero delle separazioni in tutta la nostra penisola. Sebbene l’evento separazione riguardi principalmente mamma e papà, esso ha ripercussioni su tutto il sistema familiare, in particolar modo i bambini.
Quando le separazioni riguardano famiglie con almeno un minore, infatti, la situazione, già di per sé difficile, aumenta di complessità. Le emozioni e i sentimenti in gioco, infatti, coinvolgono anche i bambini e, dunque, è molto importante muoversi per preservare il loro benessere e la serenità.
Il primo grande scoglio in cui si trovano i genitori che stanno per separarsi è quello di comunicare la decisione presa ai figli. Questo momento cruciale, infatti, suscita naturalmente molta ansia e preoccupazione, anche perché simbolicamente significa esplicitare concretamente la scelta intrapresa.
Indice contenuti
Quando comunicare la separazione
Molti genitori si pongono la domanda di qual è il momento migliore per comunicare la separazione ai figli, e tendono a procrastinare la scelta in vista delle condizioni adatte per affrontare un argomento tanto difficile. Sebbene la situazione migliore è aspettare di parlare con i propri figli nel momento in cui la scelta è definita, è importante ricordare che i bambini vivono la quotidianità familiare e, dunque, si rendono conto se qualcosa sta cambiando. I piccoli, infatti, sono abili osservatori della realtà e percepiscono i cambiamenti che avvengono all’interno della propria famiglia. A dimostrazione di ciò, quando nei Gruppi di Parola per figli di genitori separati si parla di questo momento, molti bambini spiegano come loro sono venuti a conoscenza della separazione molto tempo prima che mamma e papà gliela hanno comunicata.
Una volta intrapreso il percorso della separazione, dunque, è importante parlare con i propri figli, in modo tale da evitare il più possibile sentimenti di sfiducia e senso di colpa, che possono nascere nei bambini che cercano di trovare da soli risposte alle loro domande. I bambini, infatti, tendono a interpretare ciò che sta succedendo e, spesso, tendono ad auto colpevolizzarsi e a perdere fiducia nel comportamento dei loro genitori.
Come comunicare la separazione
Comunicare la separazione rappresenta un momento importante, perché segna un cambiamento nel sistema della famiglia e i genitori rendono effettiva questa scelta. Ai figli dovrebbe essere comunicata con chiarezza, in termini comprensibili relativamente alla loro età e possibilmente insieme. Per i figli si rivela più dannoso permanere in uno stato di incertezza, confusione o ambiguità ed essere in balia degli eventi. Inoltre, non bisogna dimenticare che i figli sono degli attenti osservatori, sono sempre particolarmente vigili e sensibili a cogliere gli stati emotivi degli adulti di riferimento.
Il sapere che è possibile parlare liberamente è il primo passo che consente al bambino di esprimere le proprie emozioni e all’adulto di riconoscerle e farle riconoscere. Il bambino deve sapere che la propria mamma e papà saranno sempre i suoi genitori, anche se il matrimonio finisce e non vivranno più tutti insieme.
È importante evitare che i figli diventino i custodi dei segreti di mamma o papà, sentendosi presi in mezzo dal conflitto dei genitori.
Non esiste un metodo che può andar bene sempre per comunicare la separazione, ma è opportuno valutare ogni specifica situazione. In linea generale, però, si può affermare l’importanza di comunicare insieme la notizia, in modo tale da evitare versioni diverse della storia. Mamma e papà devono dare la stessa versione dei fatti, limitandosi a esplicitare come non si vada più d’accordo e si è deciso di separarsi. E’ importante utilizzare parole semplici e adatte all’età e al livello di sviluppo del bambino, lasciando esprimere tutti i propri dubbi e le perplessità, attraverso domande e chiarimenti. Occorre essere chiari e fermi nella spiegazione, esplicitando come la decisione è stata a lungo ponderata e non è possibile fare nulla per cambiare la situazione. Questo riduce nel bambino le fantasie riconciliatorie tra i genitori che, invece, non sono realizzabili. E’ inopportuno raccontare dettagli che i bambini non comprenderebbero appieno e che rischierebbero di confonderli. Ciò che è importante ribadire, infine, a parole e con i fatti, è che, nonostante la separazione, si continua ad essere e a fare i genitori: questo messaggio deve essere spiegato sempre ai bambini, i quali non riescono a scindere il legame coniugale da quello genitoriale.
Quando si decide di comunicare la separazione, bisogna tenere presente che ciò porterà con sè sentimenti ed emozioni molto forti ed ambivalenti non solo negli adulti, ma anche nei bambini. Spesso essi esplicitano il loro dolore, mentre altre volte esso emerge attraverso comportamenti che devono fungere da sentinella per i loro genitori.
I piccoli hanno bisogno di parlare di separazione, di capire cosa sta succedendo e cosa accadrà loro: è importante mantenere un dialogo con i piccoli, per rassicurarli e accogliere i loro dubbi e le loro paure. A volte, però, i piccoli mostrano particolare difficoltà a parlare apertamente con i loro genitori, perchè spesso hanno paura di farli soffrire o di aumentare il loro dolore: per questo, ad esempio, i Gruppi di Parola possono fungere da ottimo strumento per aiutare i piccoli ad esprimere le loro emozioni e facilitare la comunicazione genitore-figlio su un tema tanto complesso, ma ormai quotidiano.
Come comunicare la separazione ai figli: le 10 domande più frequenti
Ecco le domande e gli interrogativi che spesso i genitori si pongono nel momento di comunicare la separazione. Scopriamo insieme i trucchi e le modalità più adeguate per preparaci ad affrontare questo momento e sostenere i figli nell’elaborazione di questo delicato evento.
Quali possono essere le reazioni dei figli?
Le reazioni emotive possono essere le più diverse in base all’età. Dalla rabbia al pianto, alla paura per l’incertezza sul chi si prenderà cura di lui. Può capitare che i figli si chiudono nel silenzio e si isolano.
A volte possono comparire comportamenti esternalizzati o internalizzati che si risolvono spontaneamente se gli adulti di riferimento aiutano i bambini/ragazzi ad accettare la situazione e soprattutto se la conflittualità tra i genitori si risolve. Dalla letteratura emerge come con il passare del tempo (due anni circa senza l’intervento di eventi avversi) la maggior parte dei minori riacquista un equilibrio interiore, adattandosi alla nuova situazione familiare sperimentando, con rinnovata fiducia, sentimenti di conferma e di accoglimento affettivo.
Se è presente un nuovo compagno, come dirlo ai figli?
I figli hanno bisogno di un tempo adeguato per elaborare i cambiamenti, perciò è opportuno lasciare trascorrere un intervallo di tempo ragionevole prima di introdurre ai figli i nuovi partner. Essendo un periodo già denso di cambiamenti, questa novità infatti, non dovrebbe essere comunicata nelle prime fasi del processo separativo.
La scuola deve essere informata della separazione?
Gli insegnanti dovrebbero essere informati dei cambiamenti in atto nella famiglia prima possibile.
Spesso, soprattutto nelle fase di definizione della separazione, i bambini possono manifestare a scuola difficoltà comportamentali con ripercussioni sull’andamento scolastico. Solitamente, una volta definita la separazione, ma soprattutto quando rientra la conflittualità, anche il disagio in ambito scolastico tende ad assorbirsi.
E’ comunque importante, per quanto possibile, comunicare costantemente con gli insegnanti e non sottovalutare le osservazioni all’interno della classe soprattutto nei casi in cui le difficoltà manifestate non rientrino. Eventualmente possiamo rivolgerci ad uno psicologo che ci aiuti a capire cosa sta vivendo il bambino/ragazzo in questo momento.
In quest’ottica, un interessante forma d’intervento che si pone in ottica preventiva è rappresentata dai “Gruppi di Parola per figli di genitori separati” nati dall’esperienza francese di Marie Simon, in cui i bambini possono mettere parola sul dolore, accedere ai sentimenti e nominare le difficoltà che incontrano durante la separazione, affinché trovino delle soluzioni possibili e allarghino la comunicazione con i propri genitori (Marzotto, 2010).
Come tenere al riparo i figli dal conflitto?
Naturalmente è bene tenere i figli al riparo dalla conflittualità anche nei difficili momenti in cui sta maturando la decisione di separarsi perché possono sentirsi minacciati nelle sicurezze di base o ancor più possono sentirsi in colpa per ciò che sta accadendo.
A volte, il conflitto continua nonostante la separazione. Spesso, i figli tendono ad essere coinvolti assumendo il ruolo di custodi delle informazioni che mamma e papà non riescono a scambiarsi personalmente. Questo può essere molto doloroso per i figli che si sentano presi in mezzo e provando molta sofferenza quando devono tenere dentro di sé i segreti di mamma e papà.
Nei casi in cui, nonostante la separazione il conflitto perduri, è bene chiedere aiuto a professionisti esperti, preparati sia in ambito psicologico che legale per trovare un terreno comune in cui confrontarsi e prendere le decisioni che mirano al benessere dei figli.
Come spiegare ai figli che avranno due case?
Di solito, i bambini si abituano agli spostamenti, ma non bisogna sottovalutare tutte le energie spese. È importante spiegare ai bambini i cambiamenti che avverranno compresa la presenza di due case, coinvolgere i figli nei momenti fondamentali, come andare a conoscere la nuova casa di mamma o papà e poter portare i propri giochi. Dai due anni in poi, tradizionalmente, si considera il bambino sufficientemente individuato dalla figura di attaccamento primaria (solitamente la madre) da poter dormire senza di lei ma comunque con l’altro genitore che solitamente rappresenta una figura familiare rassicurante. Un oggetto (giocattolo o peluche) particolarmente significativo per il bambino può aiutare a vivere più serenamente il passaggio da una casa all’altra, trasmettendo sicurezza e protezione.
Gli eventuali segni di disagio non vanno mai sottovalutati e, in casi particolari, è opportuno rivolgersi allo psicologo per capire le modalità più idonee per trattare eventuali disturbi del sonno e riequilibrare i normali ritmi di vita quotidiani.
I figli sentiranno nostalgia di mamma e papà insieme?
La nuova configurazione familiare in cui mamma e papà non sono contemporaneamente presenti inizialmente può portare nei figli sentimenti di nostalgia verso il genitore assente con reazioni comportamentali ed emotive.
Per i figli è importante anche che i genitori, sebbene separati, manifestino attenzione ed interesse quotidiani per la loro vita scolastica, per le loro amicizie e per le loro attività sportive. Inoltre, perché i figli percepiscano continuità nei legami è essenziale porre attenzione agli scambi comunicativi tra madre e padre nei passaggi da una casa all’altra.
Come coinvolgere i nonni?
Il tipo di attaccamento ai nipoti e il significato che la nascita del nipote ha rappresentato per i nonni sono fattori determinanti per comprendere il grado di coinvolgimento degli stessi nella vicenda. E’ comunque importante sottolineare che la Legge n. 54/2006 (legge sull’affidamento congiunto) ha ribadito il diritto dei minori a mantenere rapporti continuativi con gli ascendenti e con i cugini, gli zii e i parenti in genere dei rispettivi rami familiari.
A chi rivolgersi per comunicare la separazione?
Sia che si tratti della fine di un matrimonio, che di una convivenza è sempre opportuno conoscere i propri diritti/doveri in ambito giuridico prima di prendere la decisione di separarsi. È per questo che può essere utile chiedere una consulenza legale per affrontare questo evento, raccogliendo informazioni su questioni quali l’assegnazione della casa, l’affido dei figli, l’assegno di mantenimento.
Ci potranno essere nuovi progetti per il futuro?
La separazione può essere intesa in un’ottica più evolutiva se è vissuta non soltanto come la fine di un legame, ma anche come l’inizio di una nuova fase della vita. È importante garantire il benessere dei figli e ri-progettare nuovi scenari per il futuro avendo fiducia nella capacità di rigenerare i legami.
Approfondimenti
- Amato, P. R. (1994). Life-span adjustment of children to their parents? divorce. The Future of children / Center for the Future of Children, the David and Lucile Packard Foundation, 4(1), 143-64.
- Hetherington E. M. (1989). Coping with family transitions: Winners, losers, and survivors. Child Development, 60, 1-14.
- Marzotto C. (a cura di) (2010). I Gruppi di Parola per i figli di genitori separati, Vita e Pensiero, Milano.
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