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20 Gennaio 2021Coppie LAT: stare insieme senza convivere.
Oggi, più che mai, viviamo in una società che non è più la stessa: nell’ultimo ventennio abbiamo assistito a diversi cambiamenti, sotto tutti i punti di vista.
Come stupircene: con l’avvento della tecnologia, del digitale, la comunicazione ha subito cambiamenti importanti.
“Spesso la scelta di vivere separati può essere una “preferenza negativa” – una scelta per preservare la relazione quando vivere insieme è insopportabile.”
dal libro “Reinventare le coppie”
Tanto che anche il modo di vivere le nostre relazioni è cambiato notevolmente.
Se pensiamo, nello specifico alle relazioni di coppia, non possiamo non fare riferimento a quella che sembra essere diventata una nuova tendenza: Lat.
Iniziamo con il dire che LAT è l’acronimo di Living Apart together.
Cerchiamo di capirne di più qui di seguito.
Indice contenuti
LAT: stare insieme senza dover convivere
Fino a qualche tempo fa quasi tutti preferivano la convivenza. Quanti di noi hanno pensato, almeno una volta nella vita ” preferisco la convivenza al matrimonio”.
Questa sembrava essere quasi diventata una regola per molti di noi: eppure oggi non vale più.
Ovvero fidanzati, sposati, ma ognuno nella propria casa.
Insomma niente più convivenza: ogni qualvolta che una coppia decide di vivere quindi in case separate si verifica il lat.
Non ci resta che dire ciao a quelle scene dei film, in cui vedevamo le coppie sorridere felici di condividere la loro casa.
Quei tempi sembrano essere ormai così lontani.
Ma perché una coppia oggi arriva a privilegiare questa scelta?
Perché si privilegia il Lat?
Alla base di questa scelta ci sarebbe la volontà di poter preservare la propria indipendenza e i propri spazi, pur restando insieme, ma lontani.
Cristina Lanza, una psicologa, a tal proposito ha affermato come “Spesso la paura di vedersi sottrarre la propria libertà porta a vivere le relazioni in questa modalità. Il timore di dover rinunciare alle uscite con i propri amici, di dover ridurre drasticamente il tempo dedicato ai propri hobby, di dover accettare tempi e modi dell’altro, finendo col rinunciare ai propri, lascia supporre che la strada di vivere separati sia la migliore per essere felici. Qualcosa di ancora più sentito da chi ha già vissuto l’esperienza di una o più convivenze, finite con delusione e sofferenza”.
Grazie a questo nuovo modo di vivere, la coppia in un certo senso si sente più libera ed evita di vivere “fallimenti nella convivenza”, soprattutto se si è già sperimentata la fine di un’esperienza di questo tipo.
Insomma, la scelta di instaurare una relazione di questo tipo può nascondere la non voglia di replicare un qualcosa che si è già sperimentato e in cui si è fallito: pensiamo ai divorziati, per esempio.
In questi casi, la scelta coincide con la volontà di preservare il proprio spazio vitale e in un certo senso di tutelarsi.
Dati e statistiche: “coppie lat” è un fenomeno diffuso?
Due partner che per scelta vivono in case diverse, hanno dunque un unico obiettivo: salvaguardare le proprie abitudini, senza necessariamente rinunciare ad una relazione.
Le coppie che decidono questa strada non sono poche: se pensiamo ai dati di una ricerca del 2017, vediamo come le coppie lat fossero già in netto aumento.
Pensate, nel Regno Unito il 25% delle coppie LAT rappresenta il 9% di tutti gli adulti. Di questi il 43% delle LAT ha un’età tra 16 e 24 anni, il 45% sembra avere invece un’età compresa tra 25 e 54 anni, mentre l’11% un’età pari o superiore a 55 anni.
Anche nel mondo dello spettacolo sembrano esistere le coppie lat: pensiamo a Woody Allen e Mia Farrow, Gillian Anderson e Peter Morgan.
Anderson, a tal proposito, ha dichiarato chiaramente che una convivenza potrebbe solo mettere fine alla relazione con il suo compagno, poichè ama vivere di “piacere” e non di “doveri”.
Gli stessi doveri che comporta una convivenza.
Ma fermiamoci un momento a pensare: se da una parte stare lontani aiuta le coppie a mantenere stabile la loro relazione, da un punto di vista economico, cosa comporta una scelta di questo tipo?
Scelta economicamente non strategica?
Se facciamo riferimento ad una ricerca del Il Sole 24 Ore, questa scelta risulta essere davvero “costosa”.
Insomma, due conviventi, che appunto scelgono di vivere insieme, proprio perchè condividono la casa e tutto ciò che ne comporta in termini di bollette, condividono e dividono anche quella che risulta essere la spesa totale.
Se si scegli di vivere da separati, ovviamente questo non è possibile: secondo un’indagine di Adiconsum una coppia che convive spende in media 185 euro per le utenze domestiche.
Chi invece sceglie di non convivere spende circa a testa 155 euro, ovvero 310 euro a coppia.
Basta guardare questi dati per capire che da un punto di vista economico, questa scelta non è proprio la più strategica.
Invece di risparmiare, si arriva a pagare quasi il doppio.
Eppure sempre più italiani scelgono di non convivere e questo possono confermarlo i dati dell’istat del 2018, secondo cui il numero dei nuclei familiari composti da una sola persona aveva già raggiunto circa il 33% della popolazione.
Questione di spazi personali o di mancanza di responsabilità: parlano gli psicologi
Ad ogni modo, il principio del “living apart together”, è sempre più tenuto in considerazione, soprattutto da psicologi e psicoterapeuti, che si sono espressi circa la questione.
Cosa è stato detto, dunque, da un punto di vista psicologico?
Secondo alcune ricerche come quelle della psicoterapeuta Lucy Beresford, le coppie scelgono di vivere la loro storia secondo questo principio dell’esserci e del non esserci, per aver maggior possibilità di sopravvivere come coppia.
In quanto questo consente di non privarsi dei propri spazi e dei propri interessi.
La psicoterapeuta in questione, ha definito questa nuova filosofia di vivere la coppia “un sottile equilibrio tra indipendenza e impegno emotivo”.
E’ come se in un certo senso, la coppia e gli individui della coppia, non rinunciassero a nulla.
Una sorta di compromesso che non compromette.
Da un punto di vista prettamente psicologico, focalizzarsi su quelli che sono i propri interessi è sicuramente il segreto per far durare la propria storia.
Poichè, solo se inseguiamo quelli che sono i nostri interessi, i nostri ideali e i nostri sogni, possiamo davvero riuscire a vivere la vita che vogliamo.
Una vita che ci soddisfi appieno, dove non ci sia spazio per le frustrazioni.
In un certo senso, possiamo dunque sfatare un mito: non occorre necessariamente condividere tutto con il proprio partner.
Avere passioni diverse, può poter essere per esempio, un modo per stimolare la curiosità e l’interesse dell’altro.
Questa, insomma, può poter essere una scelta fatta per preservare la propria privacy e allo stesso tempo per rinunciare a quella monotonia quotidiana che si potrebbe sperimentare con una convivenza.
Ovviamente, questo non significa che una convivenza debba necessariamente portare ad una routine e quindi alla fine di un rapporto.
D’altronde, ci sono tante coppie, sposate e conviventi che vivono felici e spensierati.
A tal proposito, bisogna dire che sono tanti gli psicologi che affermano come anche nella convivenza sia comunque possibile ritagliarsi dei propri spazi.
Insomma, chi convive può comunque continuare ad avere i propri interessi, anche se si condivide la casa con un’altra persona.
Sicuramente c’è bisogno di un maggior lavoro, di una maggior organizzazione, ma si può riuscire a fare anche questo e più avanti vedremo come.
Questo però non vuol dire che chi privilegia il lat, debba essere necessariamente etichettata come una coppia “strana”.
infatti come abbiamo visto, questo modo di vivere la coppia può poter essere funzionale alla coppia stessa.
Se la quotidianità per alcuni è parte fondante della coppia, per altri può non essere affatto così.
Questione di voler fuggire dalle responsabilità?
Spesso però la monotonia, la noia e gli interessi non c’entrano, sapete?
La scelta di vivere da soli può poter nascondere altro.
Se ci pensiamo bene, la nostra è un’epoca in cui si è sempre meno disposti a scendere a compromessi e ad assumersi delle vere responsabilità, soprattutto se si tratta del benessere di un’altra persona.
Per questo spesso in tanti privilegiano una soluzione di questo tipo.
La paura di dover avere delle responsabilità e di dover fare a meno della propria vita, può poter portare le persone a privilegiare una modalità ibrida come questa.
Come afferma la psicologa Cristina Lanza “questo stile relazionale spesso nasce da una difficoltà – particolarmente sentita oggi – ossia quella di vivere l’’impegno di una relazione stabile e pienamente coinvolgente senza volersi sentire del tutto impegnati e responsabilizzati verso l’altro.”
Lati positivi e negativi del lat
Cerchiamo di mettere ben evidenza i lati positivi e quelli negativi di questa scelta.
Lati negativi
- Non vivere la quotidianità.
Chi privilegia questa scelta perde l’opportunità di vivere la quotidianità dell’altro e dunque perde la possibilità di poter apprezzare anche le piccole cose, quelle che inevitabilmente vengono fuori, quando si condivide una casa.
- Sperimentare e provare sentimenti di solitudine.
Chi sceglie di vivere lontano dal proprio partner, può correre anche il rischio di poter sentirsi solo/a, in momenti di sconforto, in cui sarebbe utile avere una spalla su cui appoggiarsi.
A tal proposito si è espressa la psicologa Marina Pisetzky che ha affermato come questo possa significare ” Sentirsi improvvisamente soli quando l’altro è a chilometri di distanza e si necessiterebbe invece della sua presenza, che sia per un rubinetto che perde nel cuore della notte o per avere una spalla sulla quale piangere in un momento di sconforto”.
- Ragioni lavorative come freno nella crescita della coppia.
Quando questa risulta essere una scelta forzata, poichè alla base vi sono ragioni lavorative, si possono sperimentare sentimenti negativi.
Poichè si vive e si lavora in città lontane, senza che lo si voglia davvero.
In tal caso afferma la psicologa Marina Pisetzky “Il rischio è quello di radicare le proprie abitudini e nutrire gelosie territoriali che frenano la crescita di una relazione.”
- Chiusura in se stessi.
Con il tempo, attraverso questa modalità, può poter subentrare una difficoltà: quella di far entrare l’altro nella propria intimità, poichè ci si radica totalmente in questo stile relazionale e nelle proprie abitudini.
Lati positivi
- Tutela la coppia.
Vivere lontani sicuramente tutela la coppia dal poter sperimentare sentimenti di noia, poichè, si sa la quotidanità può poter essere pesante, e spesso non lascia spazio a momenti di leggerezza.
La psicologa Cristina Lanza afferma infatti come “Le coppie che vivono insieme spesso infatti si lamentano della pesantezza di dover gestire la vita quotidiana con tutte le sue incombenze (della gestione della casa ad esempio), soprattutto perché sentono il peso delle aspettative dell’altro.”
- Libido a mille.
Abitare in case separate sicuramente aiuta anche la libido, poichè come si suol dire l’attesa aumenta il desiderio.
Quindi in un certo senso, vivendo lontani, non facciamo altro che dar la possibilità alla nostra passione per l’altro di crescere.
- Senso di leggerezza.
Vivere separati sicuramente ci permette di sentirci alleggeriti, soprattutto dai doveri che una vita a due comporta, soprattutto quelli “domestici”, e dalle aspettative che si possono nutrire nell’altro, reciprocamente.
- Maggior attenzione per se stessi.
Il pensiero di poter incontrare il proprio fidanzato permette di avere la consapevolezza di come ogni incontro possa essere un appuntamento nuovo, in cui riscoprirsi e questo può far nascere e crescere la voglia di prenderci maggiormente cura di noi.
Riflessioni conclusive
Insomma, come tutte le cose, anche questo nuovo modo di vivere la coppia, ha i suoi pro e i suoi contro.
Ma come afferma la psicologa Cristina Lanza seppur “Vivere separatamente possa creare l’illusione di una serie di vantaggi, non bisogna comunque dimenticare che una scelta di questo tipo richiede apertura mentale e, soprattutto, una condivisione della scelta stessa, affinché per nessuno dei due si trasformi in motivo di sofferenza.
Soltanto a queste condizioni questo stile relazionale può promuovere l’unione e la felicità”.
Insomma, la coppia è fatta di due persone.
Quindi è giusto che entrambi siano d’accordo al 100 per cento, affinchè questa scelta non arrivi ad essere ancora più letale della noia stessa.
Come riuscirci?
Vediamo qualche consiglio utile, qui di seguito.
Consigli per vivere felicemente insieme, pur condividendo la stessa casa
- cercare e trovare il giusto equilibrio tra quelli che sono i nostri spazi individuali e quelli di condivisione: è importante per dare importanza anche ai nostri hobbies e ai nostri ideali;
- mai annullarsi per l’altro;
- mai dare per scontato l’altro: quindi ascoltarlo e parlare con chiarezza e soprattutto sorprenderlo;
- le sorprese fanno sentire speciali chi le riceve;
- fare dei progetti insieme: viaggi, obiettivi comuni possono alimentare la coppia e il sentimento che la unisce;
- trascorrere il tempo insieme, ma è importante che questo sia di qualità: convivere significa passare tanto tempo insieme, ma questo non significa che si debba perdere l’abitudine di fare cose alternative, come andare a cena fuori o al cinema;
- stimare l’altro e esaltare i suoi punti di forza: questo è utile per essere maggiormente felici insieme;
- presenza costante, affinché l’altro possa sapere di poter contare su di noi.
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