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28 Dicembre 2012Indice contenuti
La paura di perdere il controllo
Vi è mai capitato di trovarvi di fronte a certe situazioni improvvise che non siete riusciti gestire o nelle quali avete perso il controllo?
Da lì avete iniziato a sviluppare la paura che potessero ripresentarsi e quindi con la paura di perdere nuovamente il controllo, di non sapere cosa fare e di trovarvi senza strumenti per uscirne “sani e salvi”.
Avete così provato a mettere in atto dei comportamenti (evitamenti o precauzioni), per non ritrovarvi più in quella situazione angosciante e più avete cercato di controllare l’ansia e la paura, più questa è aumentata, come un cane rabbioso, che più cercate di tenere a bada, più questo proverà a mordervi.
La rottura della credenza
E’ in casi come questi che si può sperimentare la convinzione che “non siamo più in grado di controllare” le nostre reazioni, ma che sono piuttosto queste ad avere preso il controllo su di noi, passando da una condizione di normalità gestita, ad una condizione che diventa subita.
Questo è quanto accade in diverse problematiche legate al “controllo”, quali la paura di vomitare, la paura di farsela addosso, la paura dei propri pensieri, che trasformano un gesto automatico e quotidiano, in qualcosa che può diventare disturbante e limitante per la vita.
Il presupposto secondo il quale si genera il problema è dato dall’andare oltre quel limite, che fa star male. A questo spesso si arriva grazie alle “tentate soluzioni” che mettiamo in atto per risolvere il problema, che piuttosto che migliorarlo lo peggiorano, trasformando l’equilibrio in problema rendendolo disfunzionale.
La paura di ciò che è incontrollabile
“L’unico modo per controllare l’imprevisto è anticiparlo”
Alla base di ciò spesso si trova la paura di ciò che è fuori dal nostro controllo, che spesso coincide con l’imprevisto. Quindi ad esempio io devo recarmi in un posto e ho paura che possa accadere un imprevisto (che possa star male) che mi va a rovinare tutti i piani.
La paura dell’imprevisto, alla cui origine spesso vi sono problemi di ansia o pensieri di tipo ossessivo, può portare una persona a rinchiudersi in casa o a cercare di programmare un evento ”alla perfezione”, per evitare il verificarsi di una o più situazioni impreviste.
Come è facile immaginare, poichè non è possibile prevedere perfettamente cosa accadrà, questo tipo di comportamento contribuisce ad aumentare i livelli di ansia e di paura, prima e in particolar modo “durante” lo svolgersi dell’azione temuta. Spesso in questi casi, spinti dalla paura che va crescendo sempre più, si cerca di portare a termine il prima possibile ciò che si sta facendo per uscire dalla situazione, comportamento che in genere contribuisce a far aumentare il livello di ansia (es. in autostrada, durante una riunione), andando a generare un circolo vizioso che va a complicare le cose e che spesso finisce per generare forti attacchi di ansia o di panico.
Il controllo che fa perdere il controllo
In questi casi la persona inizia a farsi il “film” (catastrofico) di come andranno le cose, caricandosi inevitabilmente di ansia e preoccupazioni. Cerca così di rassicurarsi, provando ad escludere dalla propria mente tutti gli imprevisti o di trovare tutte le possibili soluzioni, attivando al contempo un enorme dispendio di “energie”.
Queste “tentate soluzioni” finiscono, col peggiorare la situazione, dal momento che il non riuscire a prevedere (controllare) in anticipo e nel dettaglio ciò che potrà accadere, finisce con il far aumentare il livello di agitazione, con la conseguente perdita del controllo. Infatti, durante tutto il tempo in cui sarà nella situazione temuta, la persona sperimenterà un vissuto di preoccupazione costante, ansia ed agitazione, rendendo ogni imprevisto più importante di quello che è effettivamente.
Cercare di pianificare/controllare gli eventi alla perfezione, inoltre, contribuisce a creare aspettative che nella maggior parte dei casi finiscono per essere deluse, fino al punto di arrivare a pensare di essere incapaci di affrontare alcune situazioni o tutte nei casi più gravi.
Come intervenire per non perdere il controllo
In situazioni di questo tipo l’intervento terapeutico consiste nel cercare di smontare la rigidità progettuale che si nasconde dietro le diverse esperienze che la persona cerca di controllare. L’obiettivo primario è quello di “vivere” un’esperienza diversa, imparando a gestire la paura, fino al punto di percepirsi in grado di controllare le situazioni in modo efficace senza perderne il controllo.
Seguendo una logica paradossale, si farà in modo di prevedere l’imprevisto piuttosto che cercare di impedirlo, abituandosi, nel contempo, a piccoli e deliberati sabotaggi quotidiani. Ciò permetterà di passare dalla ricerca della perfezione ad una visione più funzionale, in cui è il piccolo disordine che mantiene l’ordine.
Si lavora quindi per imparare ad “immunizzarsi” dagli imprevisti percepiti come pericolosi e letali, cosa che sarà possibile solo cambiando le “lenti” con cui si osserva la realtà.
Che aiuto può dare la terapia?
Il compito del terapeuta diventa quindi quello di ristabilire l’equilibrio funzionale, mediante l’uso di stratagemmi, che permettano di combattere l’involontarietà dell’azione disfunzionale o dell’ossessione spontanea, facendo in modo che la persona si senta padrona del problema, condizione necessaria affinché questo smetta di esistere. Infatti, una volta infatti riacquisito il controllo dei propri comportamenti e pensieri, saremo nuovamente noi a decidere se pensarli e metterli in pratica.
La terapia strategica in questo senso può aiutare a ristabilire un controllo efficace, insegnando l’arte del controllo che consiste in primis nell’imparare a evocare il sintomo sotto prescrizione, in momenti diversi della giornata fino a sperimentare questo nella realtà attraverso delle esposizioni graduali che confermano l’efficacia del controllo appreso.
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