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30 Maggio 2013La preoccupazione altro non è che la previsione di un possibile rischio. Sembra essere anche funzionale, perché ci consente di produrre scenari possibili. C’è poi anche chi dice che fa bene, come lo psicologo Graham Davey, dell’Università del Sussex, in quanto chi è preoccupato può trovare un modo costruttivo di reagire a situazione problematiche poiché le prestazioni migliorano e ridurre così l’ansia.
Preoccuparci può essere utile anche a spingerci verso l’azione, ad esempio i fumatori possono convincersi ad abbandonare la sigaretta in misura maggiore se si preoccupano dei relativi rischi.
Ma è anche vero che la preoccupazione cronica causa un’eccessiva stimolazione delle arre cerebrali che elaborano emozioni e paura e questo eccesso di vigilanza può condurre a problemi cardiovascolari.
Anche se è difficile tracciare con precisione un confine tra sana preoccupazione e apprensione malsana, lo psicologo Michel Dugas ama rappresentare la preoccupazione come una curva a campana, nella quale i livelli moderati sono associati a un migliore funzionamento, mentre quelli eccessivi sono legati ad un peggioramento delle prestazioni.
Capire i modi in cui l’eccesso di preoccupazione (aspetto legato all’elaborazione cognitiva) si collega all’ansia (elemento emotivo) e come influenza le nostre funzioni mentali e fisiche può aiutarci ad affrontare meglio le difficoltà.
Indice contenuti
Cinque consigli per rilassarsi e uscire dalla preoccupazione
- Riconsidera le tue preoccupazioni. Che cosa succederebbe se quel che ti preoccupa dovesse avverarsi? Che cosa era successo quando le tue preoccupazioni sono accadute? Chiediti che cosa hai imparato dai fallimenti e dagli incidenti della vita. Scrivi quali sono le situazione inizialmente fallimentari per cui ora provi gratitudine.
- Le preoccupazioni del passato. Prova ad elencare su un foglio le preoccupazione del passato. Difficili da ricordare? E’ possibile che non si sono mai avverate o che sei riuscit* a trovare efficaci strategie per fronteggiarle.
- Distingui le preoccupazione produttive da quelle improduttive. Chiediti se da quando ti sei preoccupat* hai trovato soluzioni pratiche ai tuoi dilemmi. Se non le hai trovate, usa una delle tecniche successive.
- Fissa un appuntamento con le tue ansie. Prendi nota durante la settimana di quali sono le preoccupazione che ti assillano. A fine settimana, dedica parte del tuo tempo a riflettere su di esse. Ad esempio il venerdì alle 17,00 alle 18,00. Quando arriveranno le 18,00 magari scoprirai che queste preoccupazioni non ti soffocano più.
- Impara ad accettare l’incertezza. I preoccupati cronici non riescono ad accettare di non poter avere la vita sotto controllo e quindi sono continuamente in apprensione, camminando continuamente sulle uova. Fino a quando, non imparai a stare nell’imprevedibilità della vita e nella condizione di accettazione degli eventi, sarai preoccupat* e spaventat* dal futuro.
Inevitabile ricordare che finché la preoccupazione è gestibile, siamo in una situazione in cui è possibile trarne un vantaggio, perché magari siamo più attenti ai dettagli o facciamo di più e meglio. Se invece, continueremo ad affacciarci su scenari apocalittici, ostacoleremo la nostra capacità di leggere la realtà e pensare al futuro, e continueremo così a vivere esperienze stressanti.
Approfondimenti
- Introduction to applied psychology, Graham Davey
- Anxiety Free: Unravel Your Fears Before They Unravel You, Robert Leahy
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