Il tuo stile relazionale è passivo, aggressivo e assertivo?
30 Agosto 2019Paura del cambiamento: strategie per affrontarla
20 Settembre 2019Comunicazione efficace e tipologie di comunicazione.
Avete mai riflettuto sull’importanza della comunicazione? Di come tutto ciò che fate, inevitabilmente, veicoli un messaggio, a prescindere che voi vogliate oppure no?
La comunicazione è qualcosa di intrinseco alla natura umana: fa parte di noi e pervade ogni situazione in cui siamo coinvolti. Anche quando non comunichiamo verbalmente ed esplicitamente, in realtà, stiamo comunicando.
Qui entra in gioco infatti la comunicazione non verbale, ovvero le espressioni del nostro viso, la postura e il linguaggio del corpo ecc. Inevitabilmente, che lo vogliamo oppure no, comunichiamo sempre.
Ma a cosa serve la comunicazione? Come deve essere definita? E soprattutto, come possiamo comunicare efficacemente e, quindi, far sì che essa sia funzionale ai nostri scopi?
Di seguito cercheremo di capire le funzioni della comunicazione e, infine, mostreremo cosa fare per riuscire a migliorarla per renderla efficace.
“Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri.”
Cesare Pavese
Indice contenuti
Comunicazione efficace
Cos’è la comunicazione?
Il termine comunicazione deriva dal latino “com”, che sta per “con”, e “munire”, che sta per “legare”: nel suo significato originale dunque questa parola significa “mettere in comune”, cioè condividere pensieri, opinioni, esperienze, sensazioni e sentimenti con gli altri.
D’altronde la comunicazione, che sembra indicare una serie di fenomeni che comportano il trasferimento di informazioni, è anche una capacità fondamentale dell’individuo, proprio per la funzione che esercita.
Stiamo parlando della funzione interpersonale: la comunicazione efficace permette la relazione tra i soggetti e la trasmissione di informazioni. Attraverso tale trasmissione, i soggetti possono condividere non solo informazioni importanti, ma possono soprattutto creare un legame tra loro.
La comunicazione permette inoltre all’individuo di entrare in contatto con l’ambiente esterno, con ciò che lo circonda.
La comunicazione insomma è davvero importante per l’individuo, tanto da essere una competenza appresa precocemente e in modo quasi naturale.
Tipologie di comunicazione
Sin da piccoli, infatti, entriamo in contatto con le diverse forme di comunicazione, le osserviamo e riusciamo ad apprenderle in breve tempo. Il suo apprendimento dunque non viene imposto, ma avviene in modo naturale.
Quando parliamo di comunicazione, possiamo fare riferimento a diversi tipi di comunicazione, come abbiamo accennato poc’anzi.
Ovvero la comunicazione verbale e non verbale.
Comunicazione verbale
Volendo fare primariamente riferimento alla comunicazione verbale, questa indica ciò che si dice o che si scrive; riguarda dunque la scelta delle parole e la costruzione logica delle frasi, secondo le strutture grammaticali e sintattiche della lingua alla quale ci si riferisce.
La comunicazione verbale (CV) utilizza quindi un codice digitale fatto di simboli utilizzati convenzionalmente per designare una determinata parola.
Comunicazione non verbale
La comunicazione non verbale (CNV) indica invece tutto quello che si trasmette attraverso la propria postura e i propri movimenti, ma anche attraverso la posizione che si occupa nello spazio e gli aspetti estetici.
Fanno parte della comunicazione non verbale le espressioni facciali, gli sguardi, i gesti, le posture, le andature e l’abbigliamento.
La CNV utilizza prevalentemente un codice analogico, riproducendo per immagini ciò a cui fa riferimento.
Comunicazione paraverbale
Oltre ai due tipi di comunicazione appena esposti, ne esiste una terza forma: la comunicazione paravervale.
Questa indica il modo in cui qualcosa viene espresso: riguarda dunque la voce, il tono, il volume e il ritmo, ma anche le pause, le risate, il silenzio ed altre espressioni sonore, come ad esempio schiarirsi la voce, tamburellare ed emettere suoni.
Sia la comunicazione non verbale, che quella paraverbale, generalmente inviano messaggi inconsapevoli e di tipo emotivo. Ma ovviamente possono essere anche usati con una consapevolezza, più o meno elevata, e possono essere, dunque, gestiti dall’individuo.
I 5 assiomi della comunicazione
Diversi studiosi si sono interessati alla comunicazione efficace e hanno condotto diverse ricerche per capirne le caratteristiche.
A termine di tale percorso di studi, nel 1967, il famoso psicologo Paul Watzlawick e altri importanti esponenti della Scuola di Palo Alto pubblicarono un libro intitolato “Pragmatica della comunicazione umana”, il quale divenne da subito un punto di riferimento per tale tematica.
In esso erano infatti contenuti i 5 assiomi della comunicazione.
Riprendendo tale concetto dal mondo matematico e filosofico, tali autori utilizzarono il termina assioma per indicarne le verità indiscutibili ed evidenti.
Vediamoli di seguito.
I assioma: non si può non comunicare
Paul Waztlawick e i suoi colleghi mostrano un’evidente verità: tutti i comportamenti sono una forma di comunicazione, sia a livello implicito che esplicito.
Ogni tipo di comportamento comunica e trasmette a chi ci sta intorno qualcosa di noi. Questo è presente anche quando l’individuo non vuole comunicare: anche con la sua passività e il suo silenzio, paradossalmente, l’individuo comunica.
Quindi la non-comunicazione non esiste.
II assioma: livello di contenuto e di relazione
La comunicazione è costituta da due livelli: un livello di contenuto e uno che riguarda invece la relazione.
Il primo livello è quello del “cosa” comunichiamo: ci riferiamo dunque al mero contenuto del messaggio, ovvero a ciò che viene espresso verbalmente.
Il secondo livello fa invece riferimento al “come” comunichiamo: all’aspetto della meta-comunicazione.
Tale termine fa riferimento a quel determinato modo in cui un messaggio può essere comunicato, il quale a sua volta indica un aspetto della relazione e soprattutto il tipo di relazione che esiste tra i due interlocutori sia a livello verbale che non verbale.
A seconda di tale rapporto, dunque, un messaggio sarà comunicato diversamente.
III assioma: la punteggiatura dà un diverso significato in base alla persona
“La natura di una relazione
dipende dalla punteggiatura delle sequenze di scambi comunicativi tra i comunicanti.”
Paul Watzlawick
Secondo tale assioma, la punteggiatura delle sequenze di scambi permette una propria visione della realtà e, quindi per questo non può che determinare “l’accento” dato alla comunicazione e alla relazione. Ogni individuo crede che la propria versione della realtà sia quella più giusta e veritiera e questo, certamente, non può che influenzare la comunicazione che si ha con l’altro.
Nella vita di coppia questo accade molto spesso: ogni partner osserva le situazioni dal proprio punto di vista, usando la sua punteggiatura, non cogliendo quella dell’altro partner.
IV assioma: modalità digitale e modalità analogica
La comunicazione è costituita da una modalità digitale, che fa riferimento alla comunicazione verbale e quindi a ciò che viene espressamente detto attraverso le parole, le quali sono quindi il veicolo principale della comunicazione stessa.
In questo tipo di modalità rientrano, quindi, tutti i simboli verbali convenzionalmente utilizzati da una determinata lingua.
La modalità analogica si basa sulla somiglianza tra la comunicazione in essere e l’oggetto della comunicazione. Rientrano in essa la comunicazione non verbale e l’utilizzo di immagini.
Il linguaggio analogico sembra veicolare prevalentemente gli aspetti di relazione e prevede una perfetta corrispondenza tra il significante (l’immagine acustica o visiva) associato al significato (concetto mentale).
Molto importante è la congruenza tra queste due modalità, che infatti assume una rilevanza proprio nella comunicazione interpersonale. Molte volte questa rilevanza, però manca: pensate a quando una persona afferma di essere interessata a ciò che stiamo raccontando, ma poi evita di guardarci negli occhi.
V assioma: comunicazione simmetrica e complementare
Importante nella comunicazione è la condizione in cui questa avviene: essa può essere infatti simmetrica o complementare.
La comunicazione simmetrica è caratterizzata dal fatto che avviene su un piano di uguaglianza: la comunicazione è quindi lineare e produttiva tra i due soggetti. Un esempio sono le relazioni di coppia.
La comunicazione complementare è invece caratterizzata da una disuguaglianza di base, poiché gli interlocutori non si considerano sullo stesso piano: per questo è caratterizzata dalla presenza di un soggetto dominante e uno sottomesso. Un esempio è la comunicazione che caratterizza i rapporti con i datori di lavoro o la relazione genitore figlio.
Quelli appena mostrati sono dunque gli assiomi della comunicazione.
Ma questa è sempre efficace? Cosa può rendere una comunicazione inefficace?
Comunicazione inefficace
“Il fallimento di una relazione
è quasi sempre un fallimento di comunicazione.”
Zygmunt Bauman
La comunicazione, come ampiamente detto, è fondamentale per noi e per la nostra competenza sociale, poiché ci permette di entrare in rapporto con gli altri.
Cosa intendiamo per competenza sociale? Tale termine lo potremmo associare a quella capacità che noi abbiamo circa il nostro “potere” di scelta: ovvero a quanto ci sentiamo in grado di fare qualcosa in modo del tutto autonomo, facendo affidamento su noi stessi.
Ciò ovviamente determina diversi benefici, poiché chi è caratterizzato da una buona capacità comunicativa e sociale, riesce a stare bene con se stesso, ma soprattutto riesce a sviluppare una capacità fondamentale nota come Intelligenza Sociale.
Tale concetto è stato introdotto da Goleman, il quale afferma come: “L’intelligenza sociale si basi sulla capacità di mantenere rapporti armoniosi con gli altri senza rinunciare all’assertività.”
Quando parliamo di competenza sociale, facciamo riferimento anche all’efficacia dello stile di comunicazione efficace, dunque: l’individuo comunica efficacemente quando riesce a far arrivare il suo messaggio all’interlocutore. Quando questo, quindi, viene compreso.
Lo scopo della comunicazione è proprio questo, d’altronde, eppure ciò non è per nulla semplice e nemmeno scontato.
Molte volte, infatti, gli scambi comunicativi sono caratterizzati proprio dall’inefficacia: il messaggio non viene comunicato ottimamente e, quindi, l’interlocutore non lo comprende.
Questo non può che minare seriamente il rapporto tra gli interlocutori.
7 strategie per comunicare in modo efficace
Cosa si può fare per rendere la comunicazione efficace?
Una volta mostrata l’importanza della comunicazione e la sua funzione, diviene fondamentale rispondere a tale domanda.
A tal proposito sono presenti diverse strategie utili, vediamole insieme.
1 – Fai domande e parafrasa
Fondamentale nella comunicazione è la dimostrazione d’interesse: se ci mostriamo interessati a ciò che l’altro ha da dire, probabilmente il nostro interlocutore si sentirà ascoltato e ciò creerà empatia. Anche parafrasare parti del dialogo risulta alquanto efficace: in questo modo, riusciremo a comprendere le parti del dialogo non ancora comprese.
2 – Mostra empatia
Alla base della comunicazione, c’è anche la relazione con l’altro, poiché comunicare non significa solo ottenere uno scambio di informazioni.
Fondamentale per creare una relazione e, quindi, una comunicazione efficace è proprio l’empatia, la quale può essere definita come: “La capacità di pensare e sentire la vita dell’altra persona come se fosse la propria. Camminare nelle sue scarpe.” (Heinz Kohut)
Attraverso l’empatia è dunque possibile creare un clima positivo caratterizzato da fiducia e comprensione, al fine di creare tra gli interlocutori anche una simpatia emotiva.
3 – Guarda il tuo interlocutore negli occhi
Molto importante nella comunicazione è il contatto visivo. Perché questo rappresenta un elemento molto espressivo: mantenendo tale contatto, riusciremo a manifestare espressamente il nostro interesse.
4 – Adegua la comunicazione al contesto
Una comunicazione può essere davvero efficace quando è adatta al contesto in cui avviene.
Ogni contesto, infatti, sembra richiedere un tipo di comunicazione diversa: per esempio, se una comunicazione avviene davanti a tante altre persone, è meglio evitare rimproveri o esprimere giudizi negativi che, invece, possono essere comunicati in situazioni più intime.
5 – Rispetta i turni di parola
Come può esserci una comunicazione efficace se l’altro invade il nostro spazio e ci interrompe di continuo?
Non rispettare i turni di parola può solo minare la comunicazione e le sue funzioni, poiché porterà l’interlocutore a sentirsi non ascoltato e soprattutto non rispettato e, quindi, la comunicazione tenderà a non essere produttiva.
6 – Evita di voler avere sempre ragione
Volere sempre ragione è deleterio: nell’intento di difendere con le unghie e con i denti la nostra opinione, rischiamo di perdere delle persone importanti.
D’altronde ci sono milioni e milioni di persone che sono convinti di avere la verità in tasca. Provate dunque a capire per cosa davvero vale la pena arrabbiarsi. Successivamente, evitate di arrabbiarvi, ma piuttosto confrontatevi, provando a vedere le cose dal punto di vista dell’altro.
7 – Non importi di dover piacere per forza agli altri
Voler piacere agli altri è un bisogno naturale e innato, ma se questo diviene eccessivo, può essere un vero problema. Questo perché ci può portare a fare delle scelte sbagliate, fino a compromettere i nostri rapporti interpersonali. Ma soprattutto perché gli altri se ne potrebbero accorgere: d’altronde ognuno di noi, per istinto, riesce a capire se ha di fronte qualcuno che cerca solo approvazione e conferme.
E quando questo accade, la comunicazione non può che perdere valore, non avvenendo più sullo stesso livello. Perché perde valore l’individuo con cui stiamo comunicando, dal momento che ci appare insicuro.
Se desiderate imparare a comunicare efficacemente evitate di elemosinare l’approvazione altrui.
Queste sono alcune delle strategie che possono essere utilizzate per migliorare la comunicazione: all’inizio potrà essere sicuramente difficile o “macchinoso” adottarle, ma col tempo vedrete che tutto sarà più naturale e riuscirete a comunicare in modo chiaro e semplice.
D’altronde, il modo in cui comunichiamo con gli altri e con noi stessi determina la qualità delle nostre vite (A. Robbins).
Riferimenti
- Goleman, D. (2007). Intelligenza sociale, Milano: Rizzoli Editore.
- Watzlawick, P., Beavin, J.H., Jackson, D.D. (1967). Pragmatica della comunicazione umana. Roma: Astrolabio, 1971.
Per fissare un primo appuntamento puoi scrivermi un'e-mail all'indirizzo davide.algeri@gmail.com o contattarmi al numero +39 348 53 08 559.
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi sul mio account personale di Instagram, sulla Pagina Ufficiale Facebook di Psicologia Pratica o nel Gruppo di Psicologia Pratica. © Copyright www.davidealgeri.com. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la copia e la pubblicazione, anche parziale, del materiale su altri siti internet e/o su qualunque altro mezzo se non a fronte di esplicita autorizzazione concessa da Davide Algeri e con citazione esplicita della fonte (www.davidealgeri.com). E’ consentita la riproduzione solo parziale su forum, pagine o blog solo se accompagnata da link all’originale della fonte. E’ altresì vietato utilizzare i materiali presenti nel sito per scopi commerciali di qualunque tipo. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.
Richiedi un primo contatto