Il buon leader in azienda
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22 Gennaio 2023Comunicare i bisogni è umano.
Ognuno di noi ha dei bisogni, come affermava Abraham Maslow, psicologo statunitense, noto per la sua teoria della motivazione umana nota come “Piramide dei Bisogni di Maslow”.
La “Piramide dei Bisogni di Maslow” rappresenta i bisogni umani come una serie di livelli, dove alla base stanno i bisogni più elementari e in cima quelli più elevati.
Tra i bisogni presentati nella teoria di Maslow rientrano i bisogni fisiologici, i bisogni di sicurezza, i bisogni di appartenenza, i bisogni di stima e i bisogni di autorealizzazione.
- I bisogni fisiologici comprendono il cibo, l’acqua, il sonno e il riparo, e sono fondamentali per la sopravvivenza.
- I bisogni di sicurezza riguardano la sicurezza fisica e finanziaria, e l’incolumità personale.
- I bisogni di appartenenza e di amore riguardano la necessità di relazioni interpersonali e l’appartenenza ad un gruppo sociale.
- I bisogni di stima riguardano la necessità di essere valutati positivamente dagli altri e di sentirsi accettati e rispettati.
- I bisogni di autorealizzazione riguardano la necessità di sviluppare il proprio potenziale e di realizzare i propri obiettivi e desideri.
La teoria di Maslow ha avuto un grande impatto nella psicologia e nella comprensione della motivazione umana, e ancora oggi è considerata un riferimento importante nell’ambito delle relazioni umane e del management.
Indice contenuti
Perché abbiamo dei bisogni e a cosa ci servono?
Ciascun essere umano punta a sopravvivere quanto più può ed in tal senso, soddisfare i propri bisogni può aiutare l’individuo a vivere più a lungo, a mantenere un equilibrio psicologico e fisico, e a contribuire al suo benessere generale.
Per questo motivo, quando facciamo ciò di cui abbiamo bisogno ci sentiamo vivi, gratificati, energici e carichi di gioia.
Al contrario, la mancanza di espressione dei propri bisogni può generare uno stato di frustrazione, tristezza e una sensazione di annullamento, che in alcuni casi può manifestarsi con uno stato di depressione.
Questo può accadere quando la soddisfazione dei bisogni rischia di creare conflitti con gli altri e l’individuo si trova a dover affrontare scelte difficili per equilibrare i propri bisogni con quelli degli altri.
E’ in questi casi che la persona adotta delle “strategie” di sopravvivenza che manifesta attraverso diversi stili di comunicazione.
La comunicazione
L’importanza del canale della comunicazione
La comunicazione è l’atto di trasferire informazioni da un luogo, persona o gruppo ad un altro.
Ogni comunicazione coinvolge (almeno) un mittente, un messaggio e un destinatario.
La trasmissione del messaggio dal mittente al destinatario può essere influenzata dalle nostre emozioni, dalla situazione culturale, dal mezzo utilizzato per comunicare e persino dalla nostra posizione.
La comunicazione è quindi un processo complesso che influenza la vita di ogni individuo, le relazioni interpersonali e il successo professionale.
Per risultare efficace richiede che vi sia la capacità di ascoltare attivamente e di esprimere i propri pensieri e sentimenti, insieme alla capacità di comprendere e rispettare le prospettive degli altri.
Comunicare quindi significa tirare fuori e trasmettere ciò che abbiamo dentro in termini di bisogni e quando ciò non avviene o avviene in modo sregolato, ciò rappresenta un problema.
5 modi “tossici” di comunicare i bisogni
Esistono cinque modalità per comunicare i bisogni:
- La comunicazione passiva (detta anche egoismo mascherato) è tipica di quelle persone che devono mettere i bisogni degli altri davanti ai propri. Sono quelle persone che si prodigano per gli altri considerandosi altruiste. In realtà si danno da fare per evitare che gli altri soffrono, perché questo comporterebbe un allontanamento degli stessi. Chi adotta una comunicazione passiva, nasconde o rinuncia ai propri bisogni nella maggior parte dei casi, tranne quando questi coincidano con quelli degli altri oppure trova il modo di soddisfarli di nascosto. E comunque fa quel che deve perché prima di tutto gli sta bene comportarsi in questo modo. Viceversa agirebbe diversamente (da qui l’egoismo mascherato). Invece di affrontare i problemi in modo attivo, la persona passiva evita il conflitto e subisce gli eventi senza reagire. Spesso si annulla e si aspetta che gli altri si accorgano di tutto quello che fa. Quando questo non avviene vive con astio la relazione, fin quando questa implode o esplode sotto forma di rabbia. Di fatto chi adotta questo tipo di comunicazione evita di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, opinioni, desideri e bisogni in modo diretto.
- La comunicazione aggressiva (totalmente egoistica) è tipica di quelle persone che mettono i propri bisogni davanti a quelli degli altri. La persona utilizza parole e comportamenti che infliggono dolore o danneggiano gli altri, con l’intenzione di imporre la propria volontà. Chi l’adotta spesso tende a prevaricare non riconoscendo i bisogni dell’altro. Sono persone altamente conflittuali, che reagiscono di fronte ad un non nulla.
- La comunicazione passivo-aggressiva, come nella precedente, è tipica di quelle persone che non esprimono i propri bisogni, ma sono pronti a far sentire in colpa l’altro alla prima occasione o rinfacciando o utilizzando il “muro del silenzio”, andando a creare una dinamica vittima-carnefice. Con il loro modo di fare, si mettono sempre dalla parte del giusto e, ma di fatto sono incapaci, anche loro, di esprimere i bisogni.
- La comunicazione manipolativa è utilizzata da quella persona che si serve di trucchi e stratagemmi per ottenere ciò che vuole, spesso a danno degli altri. Assimilabile a quella aggressiva, si differenzia per il grado di consapevolezza con cui viene utilizzata. Se nel primo caso infatti, la persona agisce in modo aggressivo ed esplosivo, in questo caso, invece, la persona agisce in modo calmo e calcolatore.
- La comunicazione disorganizzata è tipica di quelle persone che presentano un esame della realtà distorto. Quindi ad esempio chi crede che il proprio partner lo tradisca senza delle prove certe e comunica aggressivamente le proprie opinioni o il proprio punto di vista. O chi al contrario rimane in silenzio e rimugina dentro costruendo film su film che lo dilaniano dentro.
Ciascuno di noi a volte può ricorrere a queste tipologie di comunicazione a seconda del contesto e delle situazioni, ma diventa importante essere consapevoli e cercare di evitare quelle forme che possono essere dannose per se stessi e per gli altri.
Comunicare i bisogni in modo efficace
Esiste poi un modo di comunicare i bisogni che si configura nella comunicazione assertiva. E’ tipica di quelle persone consapevoli, che si ascoltano dentro e capiscono ciò che desiderano riuscendo ad esprimerlo. La comunicazione assertiva è considerata la forma più efficace e salutare di comunicazione, poiché permette di esprimere i propri pensieri e bisogni in modo chiaro e diretto, senza infliggere dolore agli altri.
La bella notizia è che si può allenare. Ogni forma di comunicazione, infatti, è frutto di condizionamenti di ripetizioni che portano la persona a consolidare una modalità piuttosto per esprimere o non esprimere i propri bisogni.
E tu che tipologia di comunicazione tendi ad utilizzare per esprimere i tuoi bisogni?
Approfondimenti
- Algeri, D. (2023). Capi stronzi e colleghi infami. Psicologia Pratica.
- Watzlawick, P., Beavin, J.H., Jackson D. D., (1978). Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi. Astrolabio.
- Hadfield, S., Hasson, G. (2016). Come essere assertivi in ogni situazione. Francoangeli.
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