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Alessia è una manager di origini francesi. E’ molto brava, ma ha paura che gli altri l’apprezzino non per quello che è, ma per il suo essere una bella donna. Così quando è in compagnia si sente inadeguata e insicura, nonostante le sue importanti competenze. Per questo le capita di arrossire e quando può si nasconde dalle situazioni sociali per non sentirsi in imbarazzo.
Mary è commessa in un negozio di vestiti. Ogni volta che entra un cliente sceglie la zona più in ombra, si coprire metà del viso con il suo ciuffo biondo di capelli e spera che il cliente vada da qualche sua collega. Non sopporta di farsi vedere come se avesse il viso pieno di “fard”.
Questi sono due classici esempi di chi soffre la paura di arrossire.
Definita anche eritrofobia o ereutofobia, è una paura piuttosto diffusa, che crea un forte disagio in chi ne soffre.
Il problema può presentarsi quando la persona si ritrova improvvisamente al centro dell’attenzione, quando chiamano il suo nome o ancora quando qualcuno le rivolge una domanda, in presenza di altre persone, alla quale non è in grado di dare una risposta.
Indice contenuti
Origini della paura di arrossire
La paura di arrossire nasce da un forte senso di imbarazzo e di vergogna che può andare a generare una risposta fisiologica involontaria. Spesso viene avvertita come un “senso di bruciore” al volto e sul collo e l’idea che altri possano notare il rossore, genera a sua volta imbarazzo. A questo punto la paura, se non ben gestita, rischia di creare un’ansia anticipatori che innesca la risposta fisiologica dell’arrossire in circostanze irrazionali, che portano ad arrossire. Si crea così un circolo vizioso dove più pensiamo di arrossire, più arrossiamo.
Spesso alla base della paura di arrossire, oltre ad una bassa autostima e un’eccessiva preoccupazione di quello che gli altri pensano (paura del giudizio), vi è la paura di perdere il controllo, che ne tempo diventa un’ossessione generando la perdita del controllo. Nei casi in cui la paura è più radicata possono manifestarsi dei veri e propri attacchi di panico e la persona, per non sperimentare il disagio, può arrivare a isolarsi socialmente.
Le tentate soluzioni
Chi prova queste paure tende a mettere in atto delle tentate soluzioni per fronteggiare il problema che finiscono per alimentarlo piuttosto che per ridurlo. Le più comuni sono:
- l’ipervigilanza e il controllo esasperato delle proprie reazioni nelle situazioni temute, cosa che produce una forte preoccupazione e genera la profezia che si autoavvera, ovvero la perdita del controllo (il cercare di controllare le reazioni involontarie finisce per alterarle).
- l’evitamento di quei luoghi affollati che fanno sentire la persona a disagio (evitare rende più incapaci di affrontare le situazioni temute).
- l’uso di precauzioni, quali stare in posti dove c’è ombra, coprirsi il volto, uso di creme o fondi tinta speciali, etc. per ridurre la manifestazione del problema (l’utilizzo di precauzioni genera una dipendenza da queste al punto che, quando non ).
La psicoterapia breve: un aiuto concreto per la paura di arrossire
La paura di arrossire può essere superata. In generale attraverso la terapia breve strategica è possibile intervenire sul circolo vizioso, imparando a “controllare” in modo efficace i pensieri che generano queste paure attraverso degli tecniche specifiche.
Vi porto il caso di una mia paziente. Lei lavorava occupando un ruolo importante all’interno di una grande azienda, che la portava ad essere a stretto contatto con le persone e aveva il terrore di arrossire in pubblico e la paura che gli altri se ne accorgessero. Dopo avere esaminato le tentate soluzioni, le credenze e i pensieri su ciò che accadeva quando arrossiva, il significato e alle conseguenze che avevano per lei, le prescrissi la tecnica delle peggiori fantasie, molto usata in psicoterapia breve strategica, attraverso la quale quotidianamente e con una frequenza definita, doveva portare alla mente le situazioni peggiori che le creavano maggior disagio cercando di provocarsi il rossore e tenendo traccia delle volte in ci riusciva. Successivamente chiesi di monitorare le volte in cui arrossiva involontariamente in pubblico, e con sua estrema sorpresa, queste erano di molto diminuite e venne anche meno l’eccessivo bisogno di controllare che aveva prima.
Da lì in poi si lavorò per consolidare il nuovo modo di approcciarsi alle paura, opposto a quello precedente, dove al contrario combatteva le proprie paure, rimanendone schiacciata.
Questo è un esempio pratico di come, di fronte ad un problema quotidiano di tipo psicologico, si può intervenire in modo rapido e concreto attraverso strumenti di Psicologia Pratica, per generare un cambiamento della percezione.
Questo articolo è stato scritto da Davide Algeri, psicologo, psicoterapeuta breve strategico e consulente in sessuologia, autore del blog di Psicologia Pratica, riferimento per chi è alla ricerca di suggerimenti concreti per la Crescita e lo Sviluppo personale.
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