Discalculia: facciamo chiarezza sui Disturbi dell’apprendimento
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I bambini maltrattati che vivono infanzie infelici sono spesso bambini non visti nella loro individualità e originalità, sono il più delle volte il prolungamento del sé di un adulto. La difficoltà dei genitori di questi bambini è di vedere una persona distinta da sé, di cui vanno rispettati i tempi, le richieste e le peculiarità.
Troppo spesso, invece, questi genitori ne ostacolano o impediscono la differenziazione perché troppo invischiati in dinamiche familiari perverse o perché sono stati a loro volta bambini maltrattati e ora adulti disturbati.
Come ricordano Cancrini e Lorna Smith Benjamin, spesso i bambini maltrattati diventano adulti maltrattanti o più in generale disturbati.
Quello che succede è che i sintomi esibiti dal bambino, e poi da lui che diventa adulto, possono essere letti nei termini di un “comportarsi come l’altro si comporta o si è comportato” di “un comportarsi come se l’altro fosse ancora qui” e di un “trattare se stessi come l’altro ti tratta o ti trattava”.
L’esposizione all’esperienza traumatica può essere stata totalizzante o parziale. Tra questi due estremi si pongono situazioni intermedie, più o meno pervasive, con conseguenze diverse in termini di gravità della situazione.
Indice contenuti
Suggerimenti per il genitore
Ogni caso necessariamente merita una considerazione specifica e una cura tempestiva e attenta costruita sulla singolarità della situazione. E’ però possibile tracciare delle linee guida più generiche applicabili in generale a tutti i casi di maltrattamento nell’infanzia.
- Curare costruendo rapporti nutritivi e protetti con nuove figure di riferimento
- Aiutarlo ad elaborare i traumi e i lutti vissuti nei confronti delle figure di riferimento precedenti
E’ importante che l’adulto che si occupa di questi bambini mantenga una curiosità viva e autentica per l’unicità del bambino, nutrendo un’attenzione costante ai bisogni, ai sogni e alla sue aspettative, che potranno essere anche diverse da quelle che l’adulto ha pensato per lui.
Suggerimenti per il terapeuta
Aiutare i bambini maltrattati non solo è possibile (senza sminuire la difficoltà del compito), ma è anche auspicabile, in quanto, un intervento terapeutico ben riuscito nell’infanzia può arginare uno sviluppo psicopatologico nell’adulto e può prevenire una trasmissione intergenerazionale (perché le persone che soffrono di un disturbo di personalità hanno spesso un ruolo decisivo, con il loro disturbo, nel ricreare situazioni simili a quelle che hanno vissuto).
Cancrini suggerisce di essere terapeuti umili e pazienti, sostenendo che la psicoterapia è “l’ascolto del dolore”. Ascoltare questi bambini è fondamentale e necessario, perché spesso sono bimbi che non riescono avere stabilità emozionale e che vivono in una sorta di allarmismo constante che li tiene sempre sul filo del rasoio, nell’attesa che un brutto evento possa arrivare da un momento all’altro, riproponendo situazioni già vissute.
Curare secondo una prospettiva allargata che prendere il considerazione il sistema in cui i bambini sono inseriti, coinvolgendo la rete di servizi che se ne occupano, significare curare in maniera intelligente e paziente e favorendo una reale prevenzione della trasmissione dei disturbi integenerazionali, in particolare di quelli relativi alla dipendenza da sostanze, dal gioco, dal sesso e alla criminalità.
Bibliografia
- L.Cancrini, La cura delle infanzie infelici, Raffaello Cortina Editore, Milano
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