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13 Ottobre 2015Vi è mai capitato di trovarvi vicino ad una persona che soffre di un disturbo alimentare?
E’ probabile che vi siate chiesti come dovete comportarvi in alcune situazioni, o più semplicemente cosa sia meglio fare nella quotidianità.
E’ possibile che da bravi genitori o amici abbiate cercato di far mangiare la figlia o amica anoressica o abbiate cercato di contenere quella bulimia, insistendo sempre più per poi ritrovarvi esausti frustrati e impotenti.
Se le soluzioni tentante non hanno portato ai desideri sperati, proviamo a vedere in che altro modo aiutare queste persone.
Come approcciarsi a chi soffre di disturbo alimentare
Innanzitutto rivolgendosi ad un professionista che si occupa di disturbi alimentari e in secondo luogo seguendo gli accorgimenti sotto proposti nella quotidianità:
- Non abbiate con questa persona una comunicazione legata solamente al cibo, anzi evitate proprio l’argomento, come se il problema non ci fosse. Parlate anche dei piccoli episodi della quotidianità: “come é andata oggi al lavoro?”, a “cosa ne pensi dell’ultimo film di Muccino?
- Se la persona da aiutare non mangia, non continuate ad invitarla a cena, per poi guardarla supplicanti nella speranza che mangi. Smettete di apparecchiare per lei e se lei ribatte: “perché non avete apparecchiato per me? Ribattete con “tanto tu non mangi!”;
- Se la persona inizia a mangiare ricordatele che questo potrebbe farla poi sentire in colpa e che quindi forse è meglio mantenere il comportamento ordinario;
- Se lei è bulimica e mangia in maniera compulsiva tutto ciò che trova in dispensa e voi avete già cercato di mettere sotto chiave il cibo negli armadi, provate ad assecondare il suo desiderio di cibo, mettendolo in bella vista sul tavolo, piuttosto che nascondendolo, invitandola a mangiare tutto quello che desidera e ancor di più piuttosto che limitandola.
Ecco come il paradosso diventa terapeutico.
Ciascuno di noi si costruisce i propri auto-inganni, ciò che fa la differenza è in che direzione questi sono orientati.
Queste strategie aiutano a condurre l’individuo verso gli auto-inganni a lui più funzionali.
E tu cosa ne pensi?
Bibliografia
Nardone G., Psicosoluzioni, Rizzoli.
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