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Il pensiero crea… ma da cosa è creato il pensiero?
I nostri pensieri creano la nostra realtà. E va bene, fin qui ci siamo. Effettivamente mantenersi consapevoli di tutto ciò che produce la nostra mente instancabile non è cosa da poco, ma con un po’ di allenamento si può fare, almeno in parte.
Allora, proviamo ad alzare il tiro e domandiamoci che cosa crea i nostri pensieri.
Ci avete mai pensato?
Alcuni pensieri nascono dalla nostra mente consapevole (es.: programmare la giornata, pensare a che cosa cucinare per cena o a quale regalo comprare per il compleanno in arrivo..), altri sembrano avere vita propria e possono sorprenderci o coglierci contropiede (es.: un ricordo che credevamo sepolto nel passato, una fantasia sulla persona in treno di fronte a noi..), altri ancora si presentano proprio senza essere stati invitati, sgradevoli e non voluti (es.: la figuraccia fatta da piccoli davanti a tutti, la relazione finita senza un perché, il senso di colpa per un tradimento inconfessato..).
Il ruolo delle emozioni
Che cos’è che va a pescare nell’inconscio proprio determinati episodi e ricordi? La responsabilità è tutta delle emozioni con le quali reagiamo agli eventi presenti, che richiamano avvenimenti passati piacevoli o spiacevoli.
Di per sé, il presente è neutro e ciascuno di noi è potenzialmente libero di reagire sia positivamente che negativamente a ciò che vive ogni giorno. Questa libertà, tuttavia, viene compromessa dalle esperienze pregresse, che condizionano la modalità di risposta per salvaguardare la nostra salute fisica ed emotiva. Tuttavia, ciò che un tempo è stato funzionale o addirittura vitale, rischia di non essere adeguato alla situazione attuale e ci riporta continuamente a rivivere e a reagire all’esperienza spiacevole del passato, ricreandola nel presente.
Un esempio per capire meglio: una donna teme che il compagno la tradisca, diventa sospettosa, gelosa, chiede e indaga finché scopre di avere ragione e decide di chiudere la relazione. Con il compagno successivo comincia ad essere sospettosa e gelosa già dai primi tempi, più o meno consapevolmente, onde evitare di ritrovarsi nella stessa dolorosa situazione. Tale comportamento, però, può suscitare un senso di oppressione, incomprensione e sfiducia nel nuovo compagno, e provocare liti e contrasti continui, fino ad essere la causa di una separazione. Eppure, nel primo caso si era rivelata una strategia adeguata.
Sia che ci rendiamo conto di (re)agire in un modo disfunzionale, sia che lo facciamo in modo automatico e inconsapevole, ciò che determina il nostro comportamento sono le emozioni: «quello che provo nel presente mi ricorda ciò che ho provato nell’altra situazione in cui ho reagito in tale modo, quindi farò la stessa cosa anche in questo momento». Ed ecco che, giorno per giorno, non facciamo che tornare punto e a capo.
Come interrompere il circolo vizioso?
Se il pensiero crea la realtà e le emozioni determinano i pensieri in merito alla realtà (cioè la percezione positiva o negativa che ne abbiamo), cosa possiamo fare per cambiare una situazione sgradevole?
La cosa più semplice è (ri)conoscere le emozioni che stiamo provando. Tutte quante, anche quelle che abbiamo imparato a mettere da parte per educazione, per ‘quieto vivere’ o per convivenza civile, o quelle che abbiamo preferito nascondere perché troppo spiacevoli. Queste sono probabilmente celate per bene nella nostra mente inconscia, quindi il semplice ragionamento difficilmente potrà stanarle.
La soluzione per esprimere sia le emozioni accessibili, sia quelle non accessibili è l’utilizzo della metafora, che è il ‘linguaggio dell’inconscio’.
L’esercizio – 8 colori in 8 minuti
Vi propongo un esercizio pratico basato sulla correlazione colori-emozioni, ideato a partire dai colori di base del test di Lüscher, che può aiutare ad indagare ed esprimere le diverse aree emotive che ognuno possiede. Ciascuno degli otto colori (grigio, blu, verde, rosso, giallo, fucsia, marrone e nero) permette l’accesso ad una particolare emozione, esplorandola nel suo aspetto di eccesso, di equilibrio o di carenza. L’esercizio è un allenamento per allentare il controllo dell’emisfero razionale, lasciando più libero quello creativo. In questo modo, diventerà più semplice rompere i vecchi schemi di reazione agli eventi quotidiani per rispondere in modo non vincolato da esperienze traumatiche passate.
Procuratevi carta e penna, un timer ed uno spazio tutto per voi. Utilizzate il metodo della scrittura fluida: si parte con un incipit determinato e si scrive tutto ciò che viene in mente, anche se non c’entra niente. Dimenticate grammatica, sintassi e prendetevi la licenza poetica di commettere tutti gli errori che volete. Quando vi rendete conto di ragionare o giudicare ciò che state scrivendo, fermatevi lasciando la frase a metà, andate a capo e riprendete, ripetendo l’incipit. Tutto qua.
L’esercizio viene suddiviso in 8 minuti, in modo da dedicare 1 minuto a colore (regolate il timer per non distrarvi controllando l’orologio).
L’incipit varia in base ai colori da utilizzare: «‘COLORE’ come…» (‘COLORE’ verrà sostituito, di volta in volta, da grigio/blu/verde/rosso/giallo/fucsia/marrone/nero). Un colore alla volta, lasciate ‘parlare’ ciascuno di loro, poi chiudete il quaderno senza rileggere e ripetete l’esercizio una volta al giorno. Riprendendo gli scritti dopo tempo, sarete sorpresi di scoprire ciò che avrete espresso in chiave metaforica.
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