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11 Settembre 2012Indice contenuti
Mente e corpo inseparabili
Che la mente influisca sul corpo è nozione che appartiene all’uomo e alla medicina probabilmente da sempre.
Gli studi di anatomia e fisiologia hanno confermato questa intuizione. Esistono infatti numerose vie nervose che connettono i centri del pensiero cosciente e della vita emotiva con i centri cerebrali neurovegetativi e regolatori dell’equilibrio ormonale. Queste vie anatomiche rendono conto del perché ad es. un trauma o fattori emotivi possano causare un’amenorrea, una crisi d’asma, una crisi ipertensiva, un’ipersecrezione acida dello stomaco ecc..
Le ricerche di fisiologia hanno ulteriormente convalidato l’importanza dei fattori psicologico-emotivi ed in particolare degli stati di stress sul funzionamento di organi ed apparati del corpo, dimostrando come alterazioni funzionali conseguenti allo stress diano facilmente luogo a lesioni organiche, ad es. a livello della mucosa gastro-intestinale.
Negli ultimi decenni la Psiconeuroimmunologia ha aggiunto un altro capitolo all’insieme delle conoscenze sul legame mente-corpo: quello delle connessioni tra Psiche e Sistema Immunitario. Tali connessioni sono talmente numerose e complesse da poter dire che essi si influenzano reciprocamente ed agiscono in modo unitario allo scopo di ottimizzare le difese dai pericoli e l’adattamento all’ambiente. Le ricerche indicano con ragionevole evidenza che i fattori psicologici regolano fortemente l’immunità e pertanto influiscono ad es. sulle malattie autoimmuni.
Ciò che indica anche l’etimologia col termine “capo” è confermato dagli studi di anatomia e fisiologia: il cervello con i suoi centri cognitivi, emotivi e vegetativi presiede al funzionamento del resto del corpo; la Psiche regola l’interazione dell’individuo col suo ambiente e costituisce spesso il primo fattore da cui scaturiscono reazioni vegetative, nervoso-periferiche, immunitarie ed ormonali.
La comunicazione tra psiche e soma è continua e reciproca. Non soltanto uno shock emotivo può avere effetti funzionali ed organici, ma anche fattori fisici quali l’alimentazione, il movimento, traumi fisici ecc. si ripercuotono sulla mente, oltreché ovviamente sul corpo.
Sulla base di queste evidenze, limitarsi a curare con le sole cure medico-farmacologiche tutte quelle patologie in cui si riscontrano disordini immunologici, ormonali, vegetativi o neuro-muscolari che non siano chiaramente riconducibili a fattori causali di ordine fisico o non riconducibili solo ad essi, non appare giustificato né giustificabile.
Ancora oggi si assiste a casi in cui la terapia medico-chirurgica arriva persino, dopo aver tentato innumerevoli strade senza risolutivi successi, ad effettuare l’asportazione di interi organi senza che si sia mai consigliata o prescritta una psicoterapia!
L’importanza della psicoterapia
La psicoterapia è lo strumento clinico più idoneo e spesso il solo in grado di influire sui meccanismi patogeni consci ed inconsci della mente. Le problematiche cognitivo-affettive infatti il più delle volte non appartengono al pensiero cosciente, ma sono sepolte da una coltre di inconsapevolezza (il che ovviamente rende ancora più indispensabile il lavoro dello psicoterapeuta).
E’ intuitivo come, benché la terapia medico-chirurgica, al pari dei fattori fisici sopra ricordati, possa in via retroattiva influire anche sulla situazione psichica, tale azione, in costanza e preminenza di fattori psicologici negativi, sia spesso insufficiente a ricondurre ad un equilibrio preesistente od ottimale.
Non appare più accettabile perciò l’attuale prassi terapeutica che ignora la terapia dei fattori psichici causali e spesso “primum movens” della patologia, tanto più nell’attuale momento economico in cui andrebbero utilizzate al meglio le risorse disponibili, potenziata la risorsa “salute” e minimizzate le spese.
Comportamenti auspicabili di medici e psicologi
Il codice deontologico del medico gli impone di tutelare la salute fisica e psichica degli individui (art.3), di “fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate” (art.33) e, infine, di “garantire la più ampia collaborazione e favorire la comunicazione tra tutti gli operatori coinvolti nel processo assistenziale, nel rispetto delle peculiari competenze professionali” (art.66).
Analogamente l’art. 37 del codice deontologico degli psicologi recita: “Qualora l’interesse del committente e/o del destinatario della prestazione richieda il ricorso ad altre specifiche competenze, lo psicologo propone la consulenza ovvero l’invio ad altro collega o ad altro professionista”.
Considerata l’impreparazione dei medici in generale in campo psicologico e psicoterapeutico, appare evidente come essi debbano rimandare la cura dei fattori psichici che influiscono sulla salute a specialisti: psicologi in primis e psichiatri, soprattutto relativamente alle cure farmacologiche.
E’ vero che secondo lo stesso Codice di Deontologia Medica “Sono vietate l’adozione e la diffusione di terapie e di presidi diagnostici non provati scientificamente o non supportati da adeguata sperimentazione e documentazione clinico-scientifica, nonché di terapie segrete” (art.13), ma non è questo il caso della Psicoterapia ed esiste una discreta mole di ricerche in cui trattamenti psicoterapeutici hanno efficacemente coadiuvato la terapia medica in molti disturbi; inoltre l’influenza della psiche sul funzionamento di organi e sistemi del corpo ha un ampio e solido fondamento scientifico.
Alla luce di questi dati il paziente andrebbe pertanto sempre correttamente informato sull’influenza dei fattori psichici sulla salute fisica e la deontologia medica dovrebbe probabilmente riflettere sulle conseguenze operative che tale informazione comporta: sembra conveniente “integrare” il campo della terapia medica con quello della terapia psicologica.
Come lo psicologo è tenuto ad invitare il paziente, che si rivolgesse a lui per curare una gastrite con la psicoterapia, ad effettuare anche gli accertamenti e le cure mediche del caso, allo stesso modo è corretto che il medico fornisca veritiera informazione sui rapporti mente-corpo ed inviti ad effettuare gli opportuni accertamenti e terapie psicologiche ogni volta che sia scientificamente provata la loro efficacia o sia altamente probabile l’esistenza di fattori psichici patogeni in grado di correlarsi alla patologia.
Diversi comportamenti appaiono configurarsi come gravemente omissivi e deontologicamente, quando non civilmente, perseguibili.
Bibliografia
- Codice di Deontologia Medica
- Codice Deontologico degli Psicologi Italiani
- DELMAS A. : Vie e centri nervosi – Utet & Masson – Torino, 1971
- Kiecolt-Glaser JK, McGuire L, Robles TF, Glaser R. Psychoneuroimmunology and psychosomatic medicine: back to the future. : Psychosom Med. 2002 Jan-Feb; 64(1): 15-28.
- L. Solano, R. Coda Relazioni, emozioni, salute. Piccin 1994
- L. Solano “Tra mente e corpo”; Cortina Ed. 2001.
- Ziemssen T. Psychoneuroimmunology – Psyche and Autoimmunity. Curr Pharm Des. 2012 May 16.
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