Bambini che non accettano la sconfitta
27 Agosto 2010Come funziona la nostra mente?
2 Settembre 2010Settimo incontro con Maria
All’odierno appuntamento la paziente, sebbene sempre ben curata nell’aspetto, appare meno luminosa lasciando trasparire la presenza di una certa preoccupazione.
T – come andiamo Maria? C’è qualcosa che non va?
P – no, no….!!!! abbastanza bene solo che il lavoro di questa settimana mi è costato un po’ nel senso che questo problema mi procura un certo fastidio. Da una parte ho avuto difficoltà a trovare i B (vedi articoli sul funzionamento mentale) e dall’altro mi sento preoccupata, non riesco a capire perché ho questo problema!
T – comprendo perfettamente, ma abbi fiducia in te vedrai che pian piano avrai tutta la comprensione che desideri.
Intanto vediamo come hai svolto il compito assegnato.
P – alloraho individuato l’A cioè l’evento attivante: Quando penso ad un bacio in bocca;
ho individuato l’emozione negativa C: sensazione di schifo e disgusto; ho cercato i miei pensieri spontanei relativamente all’A che sono: è una cosa schifosa, la saliva si mischia e poi si ingerisce, se lo faccio sono una schifosa.
A questo punto Maria inizia a piangere e ……non mi sopporto più! Sono anormale, mi vergogno di me stessa, non sono come tutte le altre, ma che c’è in questa mia testa per avere tutti questi problemi!!!!
T – calma, calma Maria! Non drammatizzare! non serve a nulla e ti confonde le idee; è solo un nucleo cognitivo nevrotico che funziona autonomamente perché si è automatizzato. Vediamo invece di cercare di capire insieme cosa succede nella tua mente a proposito di questo disagio. Dunque, mi pare di capire che quando pensi al comportamento del bacio A, ai pensieri di rifiuto B ed al disagio di schifo e conseguente evitamento C, ti arrabbi con te stessa per avere il problema che hai, cioè il problema di schifo relativo all’idea del bacio.
P – si, mi detesto, certe volte non mi sopporto proprio!
T – capisco perfettamente Maria, ora cerca di seguirmi e dimmi se dico qualcosa priva di senso: mi pare di capire che in quanto pensi al comportamento fobico rispetto al bacio ti senti arrabbiata con te stessa per il fatto di avere questa reazione.
P – si, è proprio così! Ed è per questo che ho avuto difficoltà a fare l’ABC questa volta, mi sentivo confusa e nervosa.
T – ok, se ti può consolare avevi perfettamente ragione a sentirti confusa e nervosa, perché il problema dello schifo del bacio ti attiva un secondo problema di rabbia nei tuoi confronti che ti impedisce di lavorare adeguatamente sul primo. Si tratta di un caso di problema secondario che si manifesta sulla base del primo o primario cioè, il primo problema comprensivo del suo A, dei suoi B e del suo C va ad organizzarsi come A, ovvero evento attivante, di un problema secondario di rabbia nei tuoi confronti. In questa situazione è come se lo strato cognitivo più recente impedisse l’accesso a quello precedente creando una sensazione confusione. E’ un po’ come voler aprire una porta bloccata dai massi è ovvio che prima bisogna rimuovere i massi e poi si può accedere alla porta. Nel nostro caso, se non eliminiamo il problema secondario (rabbia nei tuoi confronti) non possiamo accedere al primario (schifo del bacio). Ti sembra chiara questa dinamica?
P – si, mi sembra molto chiara, ma non capisco cosa devo fare.
T – è semplice, nulla di eccezionale!per il momento accantoni il problema “schifo del bacio” e ti occupi del problema di rabbia; quando avremo risolto il secondario avremo libero accesso al primario. Quindi il compito da eseguire è il seguente: imposta l’ABC del problema secondario –rabbia con me stessa- tenendo presente che l’A è dato dal problema primario tutto A+B+C ; il C è noto cioè la rabbia verso me stessa ed i B sai ormai bene di cosa si tratta. Per quanto riguarda la discussione dei pensieri della rabbia non te ne occupare lo faremo insieme la prossima volta. Poni metaforicamente tutto in un cassetto e goditi queste vacanze estive. Ripartiremo insieme al rientro.
P – va bene, ci provo mi piace l’idea del cassetto. Mi sento un po’ meglio ora.
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