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BES (Bisogni Educativi Speciali)
Il concetto di equità
Nel II secolo il giurista Ulpiano, definendo la giustizia come la costante e perpetua volontà di riconoscere a ciascuno il proprio diritto, individua uno degli aspetti cardine del vivere comune: l’equità, intesa come il diritto di ciascuno di vedere riconosciute e considerate le proprie specifiche peculiarità.
La normativa
La normativa in tema di scuola recentemente promulgata, si muove proprio sul cardine dell’equità, riconoscendo agli studenti il diritto di venire riconosciuti come portatori di bisogni educativi speciali, anche in assenza delle rigide formalità burocratiche finora richieste.
La Direttiva Ministeriale 27/12/12 e le Note 06/03/13, 27/06/13 e 22/11/13, hanno inteso ribadire la necessità di una particolare attenzione per tutti quei frequenti casi di fragilità attualmente presenti nel nostro sistema scolastico.
BES, chi sono?
BES (Bisogni Educativi Speciali) è l’acronimo utilizzato per definire una macrocategoria che comprende al suo interno:
- disabilità (già coperta dalla L104/92 e successive integrazioni)
- disturbi evolutivi specifici (ovvero sia i Disturbi Specifici di Apprendimento, già coperti dalla L170/10 e relative integrazioni, sia tutte quelle situazione certificate come l’ADHD o non certificate come difficoltà di comprensione del testo, Funzionamento Intellettivo Limite e non coperte da specifica legislazione)
- svantaggio socio-economico, linguistico, culturale
Dunque i BES (Bisogni Educativi Speciali) sono tutti quegli alunni e studenti che vivono una situazione di fragilità e che necessitano di particolari attenzioni didattiche, formative ed educative, per un periodo che può essere breve (ad esempio per lo svantaggio linguistico di un bambino da poco trasferitosi in Italia), oppure lungo (ad esempio per difficoltà attentive particolarmente marcate).
La DM 27/12/12 pone particolare attenzione soprattutto alla descrizione delle categorie fino a questo momento più trascurate dal punto di vista normativo, ovvero:
- i disturbi specifici, che sono ampiamente descritti e corredati da esempi
- i disturbi dell’attenzione e iperattività: soprattutto per i casi nei quali non è prevista la presenza di un insegnante di sostegno
- il funzionamento intellettivo limite
Chi riconosce un BES?
La seconda importante novità della legislazione sui BES (Bisogni Educativi Speciali), oltre al riconoscimento della condizione di fragilità per alcune categorie, è proprio nel ruolo finalmente riconosciuto alla scuola ed in particolare ai Consigli di Classe o team docenti.
La CM 8 del 6/03/13 infatti ribadisce che è compito del Consiglio o team indicare in quali casi è opportuna e necessaria la personalizzazione della didattica o l’utilizzo di misure compensative e dispensative.
Questo aspetto, che da alcuni è stato fortemente criticato perché visto come un eccesso di responsabilizzazione degli insegnanti, rappresenta invece un’importante garanzia contro il rischio di medicalizzazione delle difficoltà scolastiche: l’insegnante infatti, a stretto e quotidiano contatto con il bambino, ha la possibilità di decidere come favorire la formazione senza dover necessariamente attendere una certificazione medica.
Conseguenza di questo riconoscimento è che non esiste una diagnosi di BES, e dunque alcuna certificazione che può essere redatta da medici o psicologi riportante la dicitura BES.
Quali vantaggi ha un BES?
E’ opportuno ribadire che la normativa non ha lo scopo di avvantaggiare i ragazzi con difficoltà nell’apprendimento, ma semplicemente di metterli nelle stesse condizioni di apprendere dei coetanei che non presentano difficoltà.
Sulla base di questo principio di equità, il Consiglio di classe o il team docenti decideranno le modalità più opportune per favorire il potenziale del bambino o ragazzo con Bisogno Educativo Speciale, ad esempio attraverso:
- didattica inclusiva
- personalizzazione della didattica
- assunzione di misure compensative o dispensative idonee
- redazione di un Piano Didattico Personalizzato per formalizzare tali accorgimenti
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