Consulenze via mail di Psicologo Milano
27 Agosto 2010Quando l’aiuto diventa necessario (settimo incontro)
30 Agosto 2010Quante volte vi è capitato veder vostro figlio piangere perché non accettava di perdere in qualcosa in cui pensava di essere il migliore o non immaginava di poter perdere?
Marco, 7 anni e mezzo, piange disperatamente, perché ha perso una partita a Monopoli.
Francesco, 9 anni, è disperato perché ha perso una gara di tabelline del 9 dove pensava di essere il migliore.
Sergio, bambino di 5 anni, pensava di essere imbattibile a carte, ma si è reso conto che in realtà non vince sempre come credeva e non riesce a tollerare la sconfitta.
Questi sono alcuni esempi di bambini che non hanno ancora imparato ad accettare la sconfitta al gioco. Ciò accade perché perdere, fa sentire “perdenti”, poco apprezzati dagli altri, in una società dove conta il successo e dove il fallimento viene considerato come qualcosa da evitare.
Per questi motivi, molto spesso la perdita va a colpire l’autostima del bambino, creandogli la percezione di essere incapace, di non potercela fare.
Spesso un genitore competitivo, comunicando anche indirettamente al bambino che deve essere il migliore per forza, vedi ad esempio negli sport, nella danza, etc., lo carica di aspettative e di riflesso potrebbe creare in lui difficoltà ad accettare la sconfitta.
In quel caso, il senso di fallimento sarà doppio, perché non solo il bambino si sentirà frustrato per non essere arrivato primo, ma sentirà anche di aver deluso il genitore.
Qualche suggerimento per accettare la sconfitta
E’ importante insegnare ai propri figli ad accettare la sconfitta, facendo notare che l’accettazione di questa rende più forti; facendo notare che il vero perdente è chi non riesce ad accettare la sconfitta e chi non vuole capire che ha perso. Accettare la sconfitta aiuta a capire dove abbiamo sbagliato per evitare di commettere lo stesso errore ed essere nuovamente sconfitti. Al tempo stesso, è molto utile sottolineare altri aspetti come l’esser stato bravo a rispettare le regole del gioco, farlo riflettere su quanto si sta divertendo durante il gioco, farlo riflettere sulle emozioni di perdita e di vincita e sulla loro durata durante tutto il gioco, differenziare i giochi in cui si vince per fortuna da quelli in cui conta l’impegno.
E’ inoltre importante evitare di far vincere sempre il proprio figlio, per paura che possa soffrirne, perché nella vita gli capiterà di perdere, come di vincere del resto. Meglio se sperimenta queste emozione in famiglia, che rappresenta un contesto protetto.
E’ infine preferibile utilizzare giochi adatti alla sua età o farlo partecipare ad attività sportive in linea con le sue abilità, in modo che possa confrontarsi con gli altri ed entrare in contatto con i propri limiti, poichè solo la consapevolezza di questi può portare al superamento degli stessi.
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