Il gioco e l’importante ruolo che ricopre per lo sviluppo
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22 Maggio 2012L’autoefficacia è una dimensione fondamentale dell’autostima.
Il concetto di autoefficacia è quell’insieme di convinzioni che le persone possiedono rispetto alle proprie capacità di gestire situazioni e organizzare azioni finalizzate al raggiungimento di un obiettivo. “Le convinzioni di efficacia influenzano il modo in cui le persone pensano, si sentono, trovano delle fonti di motivazioni personali e agiscono”.(Bandura, 1997)
Le persone con un alta autoefficacia rispondono alla domanda “ce la farò?” con un sì deciso.
L’autoefficacia è anche un forte predittore della buona riuscita di un trattamento legato alle dipendenze. Ad esempio un fumatore, che desidera smettere di fumare, se ha un alto livello di autoefficacia alto è molto probabile che ce la faccia. Quanto più le persone hanno convinzioni di efficacia forti, tanto più saldo è l’impegno ad adottare un comportamento funzionale, anche qualora si incontrino difficoltà e rischi.
Ci sono alcuni indicatori utili per valutare il livello di autoefficacia di individuo:
- La capacità di perseverare in un comportamento intrapreso, nonostante si incontrino delle difficoltà;
- Il modo in cui si reagisce alle difficoltà della vita;
- La quantità di frustrazione e depressione vissuta (persone che hanno sperimentato lunghi periodi di depressione e i cui desideri sono stati spesso frustrati, con molta probabilità hanno livelli di autostima più bassi)
Persone con un alto livello di autoefficacia hanno aspettative maggiori rispetto ad altri di riuscire in quello che fanno.
L’autoefficacia determina quindi anche la scelta delle attività in cui le persone intendono impegnarsi. Le persone andranno ad intraprendere azioni in cui si sentono efficaci, in modo da poter gestire la situazione e portare a termine l’impegno preso.
L’autoefficacia influenza anche le risorse, di tempo, energia che intendiamo dedicare al quanto al raggiungimento di un obiettivo. Se credo di non farcela investirò meno risorse possibili.
Se un individuo ha forti aspettative di efficacia, in genere determinate dalle esperienza precedenti, avrà con maggiori probabilità capacità di resistere più a lungo a feedback negativi o all’assenza di risultati positivi, mentre aspettative di efficacia deboli indurranno velocemente l’individuo a rinunciare ad un compito.
Chi ha un livello alto di autoefficacia, pensa, agisce e affronta le sfide come vincitore e molto probabilmente lo diventerà. Chi ha un senso di autoefficacia basso intraprenderà le sfide dandosi perdente dall’inizio.
Vediamo il caso di un eccellente nuotatore, Giacomo, che aveva tempi di tutto rispetto, ma era intimorito dal fatto che il suo avversario aveva vinto il campionato l’anno precedente. Si avvicinava il momento della gara finale e Giacomo era sempre più teso, le sue difese immunitarie si erano abbassate e il giorno prima aveva preso il raffreddore. Arriva in piscina e continua a pensare che il suo avversario e più bravo di lui e che sicuramente non ce la farà a batterlo perché lui ha anche il raffreddore. Le sue energie sono tutte concentrate sugli aspetti negativi, la concentrazione continua a prevale sulle sue lacune e non sulle sue potenzialità e come prevedibile ottiene un punteggio basso che non fa altro che rinforzare la sua bassa autostima.
Probabilmente se Giacomo avesse potuto lavorare prima della gara sui suoi punti di forza, sulla consapevolezza rispetto a quali strategie utilizzare per valorizzare le sue caratteristiche vincenti e per raggiungere gli obiettivi, forse avrebbe potuto farcela!
Bibliografia
- Bandura, A. (1997). Self-efficacy: the exercise of control. New York: W.H. Freeman.
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