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1 Dicembre 2015Di fronte alle terribili notizie di queste settimane, siamo tutti molto spaventati da quello che sta succedendo in Europa e nel Mondo. Attentati, attacchi terroristici e morte sono in prima pagina su tutte le testate giornalistiche, sui canali televisivi e su tutti i social network.
Noi adulti siamo molto preoccupati e la tensione rischia di sfociare in allarmismo, se non in vera e propria psicosi.
Inevitabilmente, anche i bambini risentono di questo clima di tensione e ci chiedono cosa sta succedendo.
La prima reazione di moti genitori è quello di proteggere i bambini da queste notizie, ma purtroppo le informazioni sono virali e spesso anche i più piccoli vengono a conoscenza di quanto accaduto dai mezzi di comunicazione o, banalmente, a scuola o al parco giochi.
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Come comportarsi
E’ sempre importante evitare di creare un alone di mistero o di tacito silenzio su fatti di questa portata. I bambini potrebbero pensare che certi argomenti è bene non affrontarli e, quindi, si tengono le loro domande, insieme a sentimenti di paura e angoscia. Il rischio è che i bambini vengano travolti dalle loro stesse domande, a cui non sanno da soli dare una risposta o alle quali provano a dare spiegazioni di fantasie. In questo modo è molto probabile che l’angoscia rischi di travolgerli, con possibili ripercussioni a livello comportamentale o somatico.
Proprio per questo, dunque, dobbiamo metterci in posizione di ascolto. Accogliere e comprendere le loro ansie e le loro preoccupazioni. Accogliamo le loro paure, facciamoli sentire accolti e compresi. I bimbi non devono pensare che ci siano domande stupide o banali: ogni domanda è legittima e loro devono sentirsi liberi di porci i loro quesiti senza paura o imbarazzo.
Come rispondere alle domande dei bambini?
Certo, non sempre è facile, soprattutto perché spesso le domande dei più piccoli ci possono lasciare interdetti, senza parole, per la loro schiettezza e profondità. È molto importante, quindi, adeguarsi all’età e al livello di sviluppo dei piccoli, spiegando con parole semplici e chiare. Non è importante scendere in dettagli inutili o che potrebbero spaventare ulteriormente i bambini, ma rispondere con molta naturalezza ai loro quesiti, sottolineando sempre gli aspetti positivi e di risorsa.
Questi fatti sono terribili, è vero, ma cercare di capire cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo, per essere persone migliori, che si comportano bene aiuta ad assumere una posizione attiva e proattiva, orientata al fare e che ci rende protagonisti in queste vicende terribili che sembrano travolgerci. Parlare insieme di quello che è accaduto, riflettere insieme (ovviamente sempre in base all’età e allo sviluppo del bambino) e condividere le emozioni collegate a un evento di questa portata aiuta i più piccoli a superare quel senso di impotenza che si vive in situazioni di questo tipo. Inoltre, permette di collaudare un rapporto di rispetto, fiducia e apertura al dialogo che i bambini si porteranno dentro per sempre.
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