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19 Aprile 2021L’ansia da prestazione e il suo circolo vizioso.
Una tematica molto delicata su cui, purtroppo, ci sono ancora tantissimi falsi miti dettati da una poca informazione è quella dell’ansia da prestazione.
Probabilmente, oltre a conoscere questo fenomeno per sentito dire, molti l’hanno vissuto in prima persona.
L’ansia da prestazione crea malessere e, spesso, alimenta un vero e proprio circolo vizioso.
In questo articolo cercheremo di capire come intervenire efficacemente per liberarsene.
Indice contenuti
L’ansia da prestazione: una nemica da combattere?
Tutti noi abbiamo sentiamo parlare o vissuto l’ansia da prestazione. Chi non ha mai vissuto con preoccupazione o la paura di fallire all’idea di un esame importante, di una gara atletica o di un rapporto sessuale tanto desiderato?
Spesso, infatti, di fronte a degli avvenimenti importanti che richiedono una determinata performance, può capitare di sentirsi intimoriti e preoccupati in modo eccessivo e sproporzionato.
Ma non allarmatevi, l’ansia e la preoccupazione sono reazioni del tutto normali che si attivano in occasione di eventi percepiti come molto importanti. Ad esempio, di fronte ad un esame decisivo, che può compromette il nostro percorso di studi, è normale che si arrivi a percepire molta ansia e preoccupazione, proprio perché quell’esame può essere importante per la propria situazione attuale o per i propri studi.
Se, infatti, viene gestita ottimamente, diventa un’ottima alleata perché permette di ottimizzare i risultati. In quel caso, infatti, l’ansia diventa attivatore di un maggiore impegno e quindi spesso porta a raggiungere ottimamente i propri obiettivi e traguardi.
Al contrario, l’ansia da prestazione può essere problematica quando viene mal gestita così da diventare eccessiva e ingestibile, al punto da “divorare” la persona, indipendentemente dal tipo di attività.
Sintomi dell’ansia da prestazione
Tra i sintomi collegati all’ansia da prestazione, oltre a quelli classici dell’ansia, possiamo avere:
- stress
- irritabilità
- insonnia
- problemi digestivi
- disturbi del desiderio sessuale
Tutti questi sintomi sembrano aumentare man mano che si avvicina la prestazione da affrontare, poiché si arriva a provare una costante preoccupazione e tensione, riguardo le conseguenze tragiche che si potrebbero verificare.
Il circolo vizioso dell’ansia da prestazione
La paura e il timore di fallire in questi casi sembrano diventare primari. Il cervello razionale si stacca dal cervello primordiale, ed è quest’ultimo che prende il sopravvento “sequestrando emotivamente” la persona che fatica a dare il meglio di Sé.
Come già accennato, spesso chi soffre di ansia da prestazione finisce per vivere in un vero e proprio circolo vizioso.
Sicuramente l’ansia da prestazione, spesso, è vissuta in un singolo episodio, ma è anche vero che può essere sperimentata in modo ripetuto e frequente.
Dopo aver vissuto diversi episodi di ansia da prestazione e dopo aver sperimentato ripetuti fallimenti, la persona può iniziare ad aver timore che ciò capiti ancora una volta, sviluppando un’ansia anticipatoria. Questa, in modo automatico, determina una maggiore attenzione e preoccupazione verso il “modo di agire” che diventa primario rispetto all’obiettivo da raggiungere.
A ciò si associa la convinzione che ad ogni azione seguirà un insuccesso e un conseguente fallimento.
Insomma, è come se la persona non avesse più alcuna speranza di riuscita.
Una vera e propria profezia che si autoavvera che alla fine determina insuccessi e fallimenti.
Ecco perché si instaura un circolo vizioso in cui l’ansia alimenta l’insuccesso e l’insuccesso alimenta l’ansia.
L’ansia da prestazione: primi passi da fare
A questo punto cosa possiamo fare per allontanare l’ansia da prestazione.
Sicuramente quando diventa troppo ingestibile e fonte di malessere, è necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta in quanto iniziare un percorso, in questi casi, è la strada migliore che si può intraprendere.
Ci sono, però, dei consigli pratici che possono essere messi in atto: vediamoli insieme.
#1 Concentrati sulle tue reazioni
Come affermato precedentemente, spesso l’ansia da prestazione è attivata da avvenimenti importanti e che vengono percepiti tali.
Molto utile è capire quali sono le situazioni che determinano quest’ansia e, soprattutto, quali reazioni crea (riguarda la sfera sessuale, lavorativa o si tratta di un’ansia generalizzata).
Una volta fatto ciò diventa importante ascoltare le sensazioni fisiche ed emotive provando a sviluppare un’intelligenza emotiva.
#2 Concentrati su ciò che puoi controllare
Come già accennato, chi vive un’ansia da prestazione tende a focalizzarsi su tutto ciò che potrebbe andare male e, spesso, vive uno stato di malessere, perché appunto ci si concentra sulle tantissime variabili che possono determinare l’insuccesso.
Questo però non può che portarci a deconcentrarci rispetto all’obiettivo e a ciò che si può fare per raggiungerlo.
Insomma, una visione totalmente negativa ci porta sicuramente a pensare che le nostre azioni e i nostri pensieri difficilmente possono fare la differenza, se ben gestiti.
Concentriamoci su ciò e pensiamo che davvero possiamo fare la differenza!
#3 Impara a sviluppare il sano egoismo
Chi soffre di ansia da prestazione spesso si sente costretto a fare cose che non vuole e fatica a tirarsi indietro. Questo determina una situazione senza via di uscita che aumenta l’ansia e impatta inevitabilmente sulla prestazione. Imparare ad utilizzare una comunicazione assertiva e quindi, lavorare sul sano egoismo può aiutare ad affrontare le situazioni mal vissute, in modo completamente differente.
Riferimenti
- Rowland 2019 – Anxiety and Performance in Sex, Sport, and Stage: Identifying Common Ground
- Goleman, D. (2011). Intelligenza emotiva. Bur
- Crucitti, L. (2021). Comunicazione Assertiva: Imparare a Comunicare in Modo Efficace, Saper Dire di No Gestendo Ansia, Stress ed Esprimersi Senza Timore.
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