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23 Gennaio 2015L’affido extrafamiliare è un intervento temporaneo che mira a fornire un sostegno ad un minore che proviene da una famiglia non più in grado, momentaneamente, di fornirgli le cure adeguate.
Attraverso questa procedura il bambino viene preso in carico da una famiglia maggiormente in grado di rispondere ai suoi bisogni affettivi, educativi, di mantenimento e di istruzione.
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Adozione e affidamento: quali differenze
Adozione e Affidamento, è bene sottolinearlo, sono due interventi profondamente differenti e che hanno finalità molto diverse: l’affidamento si caratterizza per essere una procedura temporanea la cui durata dipende dalle difficoltà presenti nella famiglia naturale. Inoltre la famiglia affidataria non va in alcun modo a sostituire la famiglia di origine, anzi vi si affianca e il mantenimento dei rapporti tra il minore e i genitori naturali deve essere garantito.
Tendenzialmente il percorso di affidamento si conclude con il rientro del minore nella propria famiglia così come regolamentato e previsto dalla legge nazionale n 184 del 1983 “Disciplina dell’adozione e dell’Affidamento dei minori” modificata con la legge n 149 del 2001 ”Diritto del Minore ad una sua famiglia”.
Nei casi in cui invece si arriva a comprendere che non si aprono spazi per un riavvicinamento del minore alla sua famiglia vengono valutati altri tipi di interventi, dal considerare il minore adottabile e in taluni casi particolari viene stabilita l’adozione speciale (art.44 e seguenti L184/83)
L’adozione al contrario prevede un’interruzione permanente dei rapporti con la famiglia di origine e il mutamento della natura giuridica del minore che diventa a tutti gli effetti figlio della nuova coppia, di cui acquisisce il cognome. Inoltre esistono determinati requisiti oggettivi che la famiglia che fa richiesta di adozione deve soddisfare come età dei futuri genitori o un matrimonio o convivenza stabile. Questi criteri invece non sussistono per le famiglie affidatarie.
Affido extrafamiliare: obiettivi e finalità
L’affidamento si prefigge l’obbiettivo di trovare una risposta ai bisogni del minore che temporaneamente non possono trovare un’adeguata attenzione nella famiglia di origine. Inoltre il sollevare la coppia genitoriale dalle responsabilità di accudimento del minore può permettere alla stessa di investire più energie e risorse nel superamento della condizione di difficoltà che la caratterizza nel più breve tempo possibile. Inoltre, durante tutto il periodo di affidamento la famiglia di origine deve impegnarsi a mantenere validi rapporti con il figlio e con la famiglia affidataria oltre che con i servizi territoriali, collaborando in maniera attiva e rispettando i tempi e le modalità di incontro con il minore precedentemente concordati.
Con la collaborazione della dott.ssa Chiara Cicchese e il dott. Lorenzo Lombardi.
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