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29 Giugno 2016L’ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività) si manifesta già dall’infanzia ed è associata a dislessia, disprassia, disturbi del comportamento, disturbi d’ansia e dell’umore.
Le caratteristiche principali del’ADHD sono:
- la disattenzione, ovvero la difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo prolungato;
- l’iperattività, ovvero un eccessivo livello di attività motoria o vocale;
- l’impulsività, ovvero la difficoltà a rimandare una risposta, ad inibire un comportamento inappropriato, ad attendere una gratificazione
Indice contenuti
Come viene percepito chi soffre di ADHD
A scuola, a casa, molto spesso si pensa che il bambino che soffre di ADHD sia semplicemente svogliato, disattento irrequieto. In particolare, gli estranei, osservandolo si fanno l’idea che il comportamento “maleducato” del ragazzo sia dovuto ad una cattiva educazione da parte dei genitori.
Questi bambini, presentando difficoltà dell’attenzione, della capacità di autoregolazione cognitiva e, a causa delle risposte impulsive e del comportamento iperattivo, tendono ad ottenere delle prestazioni scolastiche inferiori rispetto ai loro coetanei, pur possedendo le stesse abilità intellettive.
All’interno del gruppo classe tendono ad essere etichettati come bambini “difficili”, quasi le pecore nere del gruppo.
Dall’altra parte questi bambini per confermare il ruolo, l’immagine che gli è stata attribuita (nessuno pensa che io possa star male ma tutti pensano che sono un bambino cattivo) tendono paradossalmente ad incentivare i propri comportamenti mettendo ancor più in stallo genitori e scuola.
Come intervenire sull’ADHD
Disturbo della condotta: una guida per gli insegnanti
E’ necessario in questi casi, prima che le cose si aggravino, che vi sia la valutazione di uno psicologo o di un neuropsichiatra infantile al fine di operare una diagnosi differenziale fra una condizione di ADHD o piuttosto la presenza di altri tipi di difficoltà.
Da qui la necessità anche di un intervento che serva a fornire una nuova prospettiva utilizzando un trattamento multimodale, che implichi il coinvolgimento della scuola, della famiglia (parent training) e del bambino stesso e che abbia come obiettivo quello di individuare insieme nuove strategie e soluzioni più efficaci.
L’alunno con disturbo della condotta (ADHD) ha standard di comportamento e valori diversi da quelli della scuola e della società in generale.
- Essere fermi e non emotivi, ciò nondimeno essere sè stessi e mostrare che sta a cuore il benessere dell’alunno come quello dell’intera classe;
- essere diretti e sicuri;
- assicurarsi che i limiti e le regole siano stati compresi chiaramente dall’alunno;
- rompere l’isolamento, entrare in contatto con l’alunno cercando di avere colloqui privati con lui;
- lavorare con l’alunno nel presente, è inutile che l’insegnante cerchi scavare nel passato dell’alunno;
- occuparsi del comportamento, chiedersi “Quali cambiamenti sarebbero opportuni?”;
- lavorare con l’alunno per favorire in lui lo sviluppo di un maggior senso morale, evitando di condannarlo come persona, ma evidenziando i sui comportamenti riprovevoli;
- cercare di coinvolgere l’alunno perché si assuma l’impegno di un piccolo cambiamento, gratificandolo per il successo e aumentando gradualmente le richieste e le aspettative;
- incoraggiare l’alunno a guadagnarsi i privilegi attraverso il proprio comportamento;
- attenersi a un piano sistematico di modificazione comportamentale;
- consigliare l’invio dell’alunno a uno psicologo scolastico per dargli l’opportunità di apprendere modalità di autoregolazione comportamentale;
- cercare di ottenere per il team di docenti la consulenza periodica di uno psicologo scolastico esperto in strategie comportamentali.
L’ADHD, se non trattato, può creare problemi rilevanti nell’autostima della persona interessata.
I bambini devono essere incoraggiati a sviluppare il loro potenziale, mettendoli in grado di aumentare la loro efficacia. La costanza, l’impegno e il tempo unitamente a interventi terapeutici validi che agiscono su tutti gli aspetti del problema permettono a questi bambini di spezzare il circolo vizioso di frustrazione e insuccesso e di aumentare considerevolmente abilità personali e autostima.
Sistemazione dell’aula
- Fare sedere l’alunno vicino alla cattedra (ma non attaccato alla cattedra), e assicurarsi che egli percepisca questa posizione come un’opportunità e non come una punizione;
- cercare di sistemare il ragazzo vicino a compagni di classe che siano produttivi e organizzati in modo che lui possa prenderli come modello se possibile, aumentare lo spazio tra il banco dell’alunno e i compagni;
- ridurre il numero di stimoli visivi distraenti vicino all’area di lavoro del ragazzo;
- d’accordo con l’alunno, predisporre un’area di lavoro privata e non distraente dove, periodicamente, egli possa volontariamente sistemarsi per una maggiore efficienza produttiva del suo lavoro;
- fornire esempi di come organizzare il materiale da utilizzare sul proprio banco, in modo che le cose necessarie siano tenute in ordine;
- usare il più possibile suggerimenti non verbali come promemoria di ciò che ci si aspetta dalla classe. Un messaggio di promemoria messo sul banco ogni mattina può aiutare l’alunno nei compiti a casa o nel ricordargli i passi iniziali per fare un compito;
- predisporre un’area dove l’alunno possa muoversi durante le lezioni, senza disturbare i compagni di classe.
Organizzazione della classe
- Mostrare chiaramente agli alunni i regolamenti della classe perché possano prenderne nota;
- comunicare agli alunni i lavori giornalieri e la loro tabella di marcia, cercando di mantenere un ordine ben definito di argomenti e attività;
- comunicare in anticipo il passaggio a una nuova attività e, quando è necessario, scandire due-tre volte il tempo;
- concedere un certo tempo all’alunno con ADHD perché si organizzi durante il passaggio a una nuova attività o a una nuova esperienza di apprendimento;
- alternare le attività che richiedono un alto livello di concentrazione con quelle più rilassanti;
- pianificare i compiti e le attività più intensive nelle ore mattutine, quando gli alunni sono normalmente più attenti e meno stanchi;
- concordare con l’alunno una serie di strumenti non verbali che lo possano aiutare nel portare avanti i compiti richiesti per il buon andamento della classe;
Modifiche del curriculum
- Ridurre la quantità di lavoro necessaria per completare i compiti assegnati;
- concedere un periodo di tempo abbastanza lungo per completare il lavoro, specialmente quando si tratta di attività più complesse; all’inizio di una nuova esperienza di apprendimento, dare meno importanza all’accuratezza ed aumentare le aspettativa con il progredire del tempo;
- modificare le aspettative sul lavoro a casa, dando più importanza allo sforzo piuttosto che ai risultati conseguiti. Mettersi d’accordo con i genitori per individuare un tempo ragionevole per il lavoro a casa, e giudicare l’alunno sulla base di ciò che ha fatto in tale periodo di tempo piuttosto che su ciò che non ha portato a termine. Molti alunni con ADHD sono in grado di portare a termine in questo arco di tempo definito più lavoro di quanto avrebbero fatto nel corso di lunghe, noiose serate dedicate ai compiti per casa;
- modificare i compiti che contengono in sé motivi di distrazione.
- suddividere i compiti complessi e articolati nelle loro parti componenti, in modo che l’alunno possa completare un solo pezzo con successo e, quindi, riprendere le forze per affrontare il passo successivo;
- usare carta a righe o a quadri per aumentare l’impatto visivo per tutti i compiti scritti;
- tenere sotto controllo i compiti incompleti e ricordarli periodicamente all’alunno e alla sua famiglia. I promemoria dovranno ridefinire i compiti e fissare una nuova data entro la quale dovranno essere completati;
- per i compiti lunghi o complicati, presentare solo una parte per volta dell’intero lavoro;
- includere strategie di organizzazione e di abilità di studio come la presentazione di un curriculum per tutti gli alunni, con un adattamento speciale per l’alunno ADHD.
Strategie per migliorare l’esecuzione
- Incoraggiare l’uso di registratori, computer, programmi di videoscrittura, calcolatori e altre tecnologie se potenzialmente utili. Per esempio, se l’alunno ha difficoltà nel prendere appunti durante una lezione, egli potrebbe registrare la lezione mentre ascolta attentamente. Una volta a casa, a suo agio, potrebbe riascoltare la lezione e prendere delle note;
- fornire frequentemente all’alunno rinforzi positivi verbali e non verbali per influire positivamente sui suoi sforzi e sulla sua performance;
- quando si correggono i compiti per casa, indicare le risposte corrette oltre a quelle errate.
- questo approccio può sembrare banale, ma, facendo rilevare all’alunno solo le cose mal fatte, lo si può portare allo scoraggiamento;
- semplificare la presentazione delle istruzioni e renderle disponibili in forme multisensoriali (verbali e visuali).
- mantenere il contatto oculare quando si danno indicazioni. Sviluppare un sistema, insieme all’alunno, in modo che faccia capire all’insegnante, in modo non verbale, se l’alunno ha compreso le istruzioni. Se la conferma non avviene, ripetere con calma le istruzioni per l’intera classe, o provvedere direttamente a fornirle all’alunno ADHD;
- assicurarsi che l’alunno abbia capito bene i compiti da fare a casa, e abbia preso il materiale necessario per casa;
- predisporre momenti cooperativi per tutti gli alunni, in modo che possano assistersi l’un l’altro per concludere il lavoro della giornata, a preparare il lavoro per casa e rivedere ciò che serve per il lavoro del giorno dopo. L’alunno ADHD può essere affiancato a un compagno di classe che sia organizzato e che possa aiutarlo, senza far vedere che ciò viene fatto esclusivamente per lui;
- cercare di elevare il grado di autostima dell’alunno ADHD permettendogli di fare da guida a un compagno di classe con minore abilità in un particolare settore;
- modificare le modalità di svolgimento delle verifiche e dei compiti in classe in modo da:
- concedere un tempo di esecuzione più lungo o non prefissato;
- consentire prove orali sugli stessi contenuti;
- leggere le domande all’alunno, se ha difficoltà di lettura;
- predisporre un ambiente tranquillo e non distraente;
- concedere l’utilizzo limitato di appunti o di libri per compensare la poca memoria;
- utilizzare il computer per compensare la difficoltà in alcuni settori dell’apprendimento;
- effettuare domande su particolari argomenti che sono stati messi in evidenza durante la lezione;
- insegnare all’alunno a prendere note sul testo con differenti colori mentre legge o studia (ad esempio per mettere in evidenza diversi tipi di informazioni, come nomi, date e definizioni);
- offrire la possibilità di completare lavori non terminati in tempo utile ma svolti in maniera soddisfacente, in modo che l’alunno possa avere un senso di soddisfazione nel vedere il proprio lavoro completato. Questo approccio potrebbe essere attuato creando una tabella di marcia per riguadagnare il tempo perduto. Tale sistema può essere rivisto e migliorato ogni settimana o ogni due settimane, in modo che l’alunno non rimanga troppo indietro;
- premiare gli sforzi per il successo tanto quanto l’esecuzione o il completamento del lavoro.
Molti alunni sentono di avere fatto un grosso sforzo nonostante abbiano deluso le aspettative. La mancanza di riconoscimento dello sforzo fatto è molto scoraggiante e può avere un effetto demotivante.
Strategie di gestione comportamentale
- Definire chiaramente, all’inizio dell’anno scolastico, le aspettative comportamentali e le conseguenze di un comportamento non appropriato e rivedere periodicamente queste regole con tutti gli alunni;
- dare spesso un rinforzo positivo per un comportamento appropriato. Tali riconoscimenti rappresentano sempre stimoli più potenti delle conseguenze negative;
- i premi per il comportamento appropriato dovrebbero essere frequenti, e dovrebbe essere fatto un tentativo di usare questi rinforzi in maniera più significativa per particolari alunni. I rafforzamenti possono includere un’attenzione “uno a uno”, un apprezzamento verbale, riconoscimenti verso speciali responsabilità della classe, tempo libero in più, aumento del tempo dedicato al computer, o riduzione del lavoro;
- prevedere le conseguenze del comportamento in collaborazione con l’alunno durante un colloquio privato nel quale gli argomenti possono essere discussi con calma senza eccessive emozioni. Questa preparazione può evitare una reazione eccessiva da parte dell’alunno quando le conseguenze si presentano;
- evitare lunghi scambi verbali riguardanti il comportamento inappropriato o distruttivo e procedere riconfermando le conseguenze con calma, con sicurezza e con fermezza;
- evitare umiliazioni e imbarazzi. Gli alunni ADHD sono già sensibili alla loro differenza e spesso soffrono di problemi di autostima già nel primo ciclo delle elementari.
- Quando possibile le infrazioni e le conseguenze dovrebbero essere discusse in privato e confidenzialmente;
- fornire all’alunno alternative di soluzione ai problemi per quelle situazioni che evocano un comportamento inappropriato e di rottura. Il suggerimento di una risposta alternativa di comportamento a una specifica situazione potrebbe permettere una migliore scelta di comportamento quando in futuro possa presentarsi una situazione simile. È importante per l’andamento di questa discussione essere calmi e disponibili piuttosto che severi;
- preventivare situazioni ad alto rischio (per esempio, situazioni che si scontrano tipicamente
- contro un’inadeguata regolazione del comportamento) descrivendo anticipatamente i casi e le risposte previste. L’alunno può decidere di non partecipare se si sente impreparato ad affrontare la cosa. Un’esperienza parzialmente positiva o abbreviata può, alla fine, portare a una partecipazione gratificante;
- non minacciare gli alunni con improbabili conseguenze derivanti da frustrazioni o esasperazioni;
- pianificare volontariamente luoghi per un’autoregolazione attraverso il time-out per episodi di escalation della perdita di controllo. L’alunno può scegliere di usare questa strategia volontariamente o può essere portato con fermezza verso questo luogo dall’insegnante
Strategie per favorire un buon rapporto coi compagni
- Affrontare le difficoltà interpersonali dell’alunno cercando di capire perché il suo comportamento disturba gli altri e fornire suggerimenti su come egli possa risolvere il problema;
- selezionare un alunno che possa fare da partner all’alunno con ADHD in momenti cooperativi, attività non strutturate e situazioni di transizione;
- evitare di chiedere ai compagni di classe di capire l’alunno ADHD e di diventare terapeuti nei suoi confronti. Ciò, di solito, mette il ragazzo ADHD in una situazione socialmente vulnerabile, facendo di lui un bersaglio di scherni e insulti;
- fare in modo che vi siano momenti di discussione in classe per presentare, esemplificare e simulare appropriate abilità sociali (ad esempio, come chiedere un favore, come rifiutare qualcosa a un compagno senza mortificarlo, come esprimere il proprio fastidio senza aggredire ecc.);
- predisporre speciali adattamenti per l’alunno ADHD ma cercare di evitare situazioni in cui l’alunno appaia troppo privilegiato. Gli adattamenti ai bisogni dell’alunno ADHD rappresentano un aspetto essenziale del suo trattamento; tuttavia altri alunni potrebbero risentirsi per questo privilegio. Molti adattamenti possono essere effettuati con discrezione. Per esempio un alunno può eseguire un compito con tutta la classe ma per rivederlo più tardi o rifarlo a casa ai fini della votazione e del giudizio;
- facilitare la soluzione di problemi che possono sorgere tra alunni, senza assumere il ruolo di arbitro o giudice.
Rapporti tra insegnanti e genitori
- Programmare una riunione all’inizio dell’anno scolastico nella quale discutete i vari argomenti con i genitori dell’alunno con ADHD, consentendo loro di chiarire le loro aspettative e descrivendo le vostre personali esperienze, le risorse e la disponibilità di tempo;
- programmare almeno un incontro mensile con i genitori per esaminare i progressi effettuati e cercare di definire le aree da trattare (la frequenza di questi incontri può essere diradata o intensificata a seconda della gravità della situazione);
- fornire ai genitori i risultati di routine, attraverso un quaderno dove sono riportati i lavori non finiti, gli sforzi effettuati e i livelli del comportamento;
- risolvere i problemi con la collaborazione dei genitori per mezzo della loro esperienza negli anni scolastici precedenti e nella gestione a casa del bambino;
- fornire, su richiesta, un resoconto ai genitori di eventuali notizie circa i benefici e/o gli effetti collaterali di terapie psicologiche o farmacologiche;
- far sì che i contatti tra insegnanti e genitori siano un momento di collaborazione reciproca in un clima di distensione e partecipazione.
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