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Da diversi anni la psicologia non si interessa più di “quanto” una persona possa essere intelligente, ma di “come” possa esserlo.
I classici sistemi di valutazione dell’intelligenza, basati ad esempio sulla misurazione del Quoziente Intellettivo (QI), sono stati infatti oggetto di critiche a causa di alcuni grandi limiti (sopravvalutazione del risultato più che del processo, tendenza all’etichettamento statico dell’individuo valutato, scarsa utilità del risultato ai fini pratici).
Queste critiche hanno portato negli anni a proposte alternative per la valutazione dell’intelligenza, intesa non tanto come un fattore unico, stabile e presente sin dalla nascita, quanto come modalità di adattamento al contesto e dunque modificabile, potenziabile e molto legata alle caratteristiche dell’ambiente di vita.
Fra queste vi è la “teoria delle intelligenze multiple” di Howard Gardner, psicologo che individuò e definì diverse forme di intelligenza:
- linguistica: capacità e spiccata sensibilità nell’usare il linguaggio per esprimere efficacemente il proprio pensiero e comprendere quello degli altri
- musicale: sensiblità rispetto agli elementi costitutivi della musica: tono, melodia, ritmo, etc.
- logico-matematica: associata al pensiero scientifico e ricondotta al confronto diretto con il mondo reale
- spaziale: capacità di percepire il mondo visivo con precisione e di processare con facilità contenuti visivi
- corporeo-cinestetica: capacità di usare il corpo ed il movimento e di comprendere quello degli altri rispetto a funzioni espressive oltre che concrete
- intrapersonale: spiccata capacità di accesso alla propria sfera affettiva, riconoscimento, individuazione, rappresentazione ed espressione delle proprie emozioni e dei propri sentimenti
- interpersonale: capacità di comprendere facilmente gli altri, i loro desideri, valori, sentimenti, inenzioni attraverso un rapporto empatico
- naturalistica: capacità di osservare, discriminare e classificare in modo scientifico il mondo naturale, nella sua più ampia accezione
- spirituale: definita in realtà l’intelligenza numero “8 e mezzo” in quanto ancora oggetto di studi; tendenza a porsi domande e creare conclusioni rispetto a grandi temi esistenziali
Ipotizzare l’esistenza di diverse intelligenze significa ammettere la possibilità che ognuno possa apprendere più facilmente ed efficacemente attraverso un canale (ad esempio spaziale) piuttosto che un altro (ad esempio linguistico).
Nella pratica di classe dobbiamo quindi aspettarci che ogni insegnante prepari 9 lezioni differenziate?
Esiste un metodo molto più semplice per raggiungere efficacemte lo stesso scopo, ovvero fornire lo stesso contenuto attraverso più canali contemporaneamente così da:
- favorire l’accesso alla conoscenza attraverso il proprio canale preferenziale
- promuovere la consapevolezza che uno stesso contenuto può essere veicolato in modo diverso
Un esempio pratico di come includere molte intelligenze in un’unica lezione?
Durante la spiegazione orale (intelligenza linguistica), preparata seguendo uno schema logico che sarà già esplicitato all’inizio della lezione (intelligenza logico-matematica), e proposta con un tono di voce che enfatizzi gli aspetti più importanti (intelligenza musicale), creare schemi alla lavagna o utilizzare supporti visivi (intelligenza spaziale), chiedendo poi agli alunni di produrre alla fine della lezione riflessioni personali su quanto detto (intelligenza intrapersonale) nella forma che preferiscono (scelta libera in base al proprio canale preferenziale) e di condividerle poi in coppia o piccolo gruppo (intelligenza interpersonale).
Questo breve esempio rappresenta solo una delle possibilità, e ha lo scopo di mostrare come con piccoli accorgimenti da inserire all’interno della routine didattica, sia possibile creare condizioni di apprendimento e formazione migliori per un più ampio numero di menti.
Avete già in mente come adattare la prossima lezione per le intelligenze della vostra classe?
Bibliografia
- Gentili, G. (2011). Intelligenze multiple in classe. Erickson: Trento
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