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Da sempre la scrittura ha rappresentato un mezzo per buttare fuori le emozioni “negative” (dolore, rabbia, frustrazione). Basti pensare ai diversi scrittori e poeti di un tempo, come Kafka, Pascoli, Petrarca, che partirono dal proprio dolore per arrivare a definire le loro composizioni.
Anche oggi, in molte terapie, la scrittura viene utilizzata per liberare emozioni che, se non esternalizzate, rischiano prima o poi di esplodere o di implodere a seconda dei casi. In questo senso risulta molto terapeutico scrivere un blog, delle lettere o un diario dove raccontare la propria vita.
Usata in questo modo, la scrittura diventa un portentoso strumento di rielaborazione e di dialogo interno che, oltre a fermare i pensieri che nella nostra mente vagano sparsi e in modo confusivo, permette di “riversarli” su un foglio, favorendo un sano distacco dalle forti emozioni e al tempo stesso un effetto liberatorio.
Indice contenuti
Cosa produce la scrittura?
Scrivere da un lato ci permette da un lato di prendere tempo per noi stessi, senza il timore di essere giudicati o criticati per quello che esprimiamo, e dall’altro di affrontare, riconoscere e comprendere le emozioni che fino a quel momento sfuggivamo, “mettendoci la testa” e riuscendo finalmente a fare i conti con ciò che più ci turba. Infatti, chi ha dentro un forte dolore, tende spesso a tenere tutto dentro sforzandosi di non pensare, sperando che ciò possa contribuire a dimenticare o cancellare quanto accaduto, con l’effetto che questo dolore dura più a lungo. Mentre è risaputo che per elaborare un lutto, una perdita o una separazione, è necessario imparare ad esternalizzare i propri vissuti, che altrimenti rischierebbero di rimanere lì incidendo negativamente sia a livello mentale che fisico. Attraverso la scrittura è possibile quindi “passare in mezzo” al dolore connesso alle proprie esperienze traumatiche, azione indispensabile per venirne fuori. Lo stesso accade quando si prova ad esempio rabbia nei confronti di qualcuno che ci ha deluso, magari dopo che ci eravamo fidati. Anche in questo caso, a volte si tende a passarci sopra con l’effetto che questa rabbia tende ad accumularsi, generando la paura di farla uscire fuori per il timore di ferire l’altra persona. Si crea così un circolo vizioso che in genere termina o con un’esplosione di rabbia verso la persona nei confronti della quale la proviamo, o verso altre persone o cose. Anche in questo caso, la scrittura rappresenta un efficace strumento per sfogare la rabbia, riducendola di molto e facendo sì che la persona ristabilisca un equilibrio psicofisico adeguato. Oltre alle funzioni sopra descritte, la scrittura viene usata per organizzare i ricordi o le idee e per scopi terapeutici al fine di “bloccare” i pensieri negativi e placare l’ansia.
Cosa accade nella nostra mente?
Esistono diverse ricerche e studi scientifici, condotti da Pennebaker, in cui si vengono analizzati i benefici derivanti dalla stesura di testi autobiografici centrati su esperienze stressanti, che dimostrano quanto esteriorizzare il proprio vissuto legato a uno o più eventi di vita stressanti consente di elaborarli consapevolmente. Diversi altri studi dimostrano che ciò avviene in quanto scrivere “abitua” la nostra mente a quel tipo di emozione, facendo si che questa venga riconosciuta e accettata.
E’ importante sottolineare come lo scrivere, da solo, non basta, mentre risulta utile e a volte necessaria la figura di uno specialista che indichi il modo più efficace per gestire le emozioni e i pensieri più invalidanti.
La blogterapia
Se scrivere delle proprie emozioni negative può fare bene, scrivere in un blog può risultare ancora più efficace. E’ quanto è stato dimostrato da una ricerca svolta dall’University of Haifa in Israele, dove un gruppo di studiosi hanno dimostrato i benefici che derivano dalla scrittura negli adolescenti, grazie ai commenti che venivano forniti dai loro coetanei. Questo perché scrivere in un blog permette di fare il salto dal “confronto con se stessi” al “confronto con il mondo esterno”. La maggior parte delle persone infatti, hanno paura di esprimere le proprie debolezze, per paura di essere giudicati e non voluti più bene, mentre sembrerebbe che questa paura non si manifesti o comunque si manifesti di meno dal confronto con gli estranei. Di conseguenza scrivere in un blog del proprio dolore o della propria rabbia può portare ad un sostegno da parte di altri che leggono e commentano, fornendo supporto, rispecchiamento, ulteriori punti di vista e nuove soluzioni alle quali spesso chi scrive per sé non riesce ad arrivare in quanto vive all’interno del problema stesso.
Leggi l’intervista “Mi confido online e mi sento meglio” che ho rilasciato per “IL SECOLO XIX” a cura di Isabella Faggiano, sulla funzione terapeutica che ha la scrittura ed in particolar modo i blog personali nell’elaborazione delle emozioni negative. |
Hai provato a utilizzare la scrittura per liberarti dai cattivi pensieri, dalla rabbia, dal dolore? O semplicemente per mettere in ordine le idee? Raccontaci la tua esperienza…
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