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31 Marzo 2025Il recente caso giudiziario che ha coinvolto l’ex comandante Gualandi e una vigilessa solleva interrogativi profondi su tematiche che sfiorano il confine tra desiderio, potere e patologia.
È davvero possibile stabilire un contratto di sottomissione sessuale “libero e consapevole” quando esiste uno squilibrio di potere tra le parti?
Come distinguere una parafilia, intesa come preferenza sessuale atipica non patologica, da un disturbo parafilico, che in questo caso è patologico, se non addirittura pericoloso?
Domande come lame affilate che tagliano l’ambiguità di certi rapporti erotici estremi, lasciando emergere un sottofondo inquietante: ciò che per alcuni può sembrare un “gioco” erotico, per altri diventa una spirale che soffoca, manipola, distrugge.
Per comprendere davvero la complessità di queste dinamiche, dobbiamo spostarci dalla superficie sensazionalistica – fatta di frustini, contratti di sottomissione e citazioni mal interpretate di 50 sfumature di grigio – e penetrare nella struttura profonda dei comportamenti sessuali atipici, cosa che proverò a fare utilizzando il punto di vista della Terapia Breve Strategica.
Il patto perverso: consenso o controllo?
Nel caso Gualandi, la difesa si è basata su un argomento inquietante e insieme tristemente comune: “Era tutto consensuale”.
Ma quando il consenso si incardina in una relazione verticale, dove l’uno comanda e l’altra dipende – economicamente, gerarchicamente, emotivamente – possiamo davvero parlare di libertà?
Una delle trappole più insidiose delle relazioni erotico-disfunzionali è proprio questa: il travestimento del controllo da piacere, dell’imposizione da scelta. È il teatro del paradosso, dove la sottomissione viene firmata con inchiostro che pare volontario ma odora di paura.
In Terapia Breve Strategica chiamiamo questo fenomeno una tentata soluzione disfunzionale: la persona, per non perdere l’amore o l’approvazione, si adatta, si piega, fino a confondere il proprio desiderio con quello dell’altro. Non si tratta più di eros, ma di abisso.
Quando la parafilia è funzionale
Un comportamento sessuale atipico risulta funzionale quando:
- non danneggia sé né l’altro;
- è condiviso e consapevole;
- rimane all’interno di un gioco simbolico dove i ruoli possono essere sospesi e ripresi liberamente.
È come giocare a nascondino da adulti: se tutti sanno che è un gioco, ci si diverte. Ma se uno dei due smette di giocare mentre l’altro continua, il nascondino diventa inseguimento.
Nel mio libro, PARAFILIE: IL METODO STRATEGICO, questo confine è esplorato con lucidità. La parafilia, infatti, non va curate in quanto tale, ma va costruita un’alternativa, va resa appagante e relazionalmente sostenibile. Non è il desiderio in sé a essere malato, ma la sua rigidità, la sua compulsività, la sua capacità di soffocare tutto il resto.
Come direbbe un saggio orientale: l’acqua che scorre è vita, l’acqua stagnante è palude. E molti comportamenti sessuali atipici, quando non evolvono, diventano pantani emotivi e relazionali.
Potere, sottomissione e l’illusione del controllo
C’è un errore frequente nel modo in cui certi giochi di dominazione vengono rappresentati: si crede che chi comanda sia il più forte. Ma nella realtà psicologica, spesso è chi domina a essere più fragile, bisognoso del controllo per tenere a bada il caos interno.
Il caso in questione sembra confermare questa dinamica: un uomo in posizione di potere che costruisce un rapporto basato sul dominio totale, con regole, punizioni, umiliazioni – mascherandole da erotismo.
Dietro quel “contratto” non c’era solo un gioco, ma una morsa.
E qui entra in gioco la differenza tra parafilia e disturbo parafilico:
La parafilia può essere creativa, varia, persino poetica nel suo infrangere i confini dell’eros normativo.
Il disturbo parafilico è invece rigido, coattivo, invasivo, incapace di fermarsi davanti al dolore dell’altro.
La linea è sottile, ma chiara: dove c’è libertà di scelta, c’è gioco erotico. Dove c’è costrizione, c’è abuso.
Le tentate soluzioni che alimentano il disastro
Nei casi come quello della vigilessa, spesso si osservano dinamiche ripetitive che anziché risolvere il problema, lo aggravano:
- Minimizzare il proprio disagio per mantenere la relazione (“Tutto sommato, me lo sono cercato”).
- Confondere il possesso con l’amore (“Se è così geloso, significa che ci tiene”).
- Delegare il proprio potere decisionale (“Lui sa cosa è meglio per me”).
Queste strategie, apparentemente adattive, conducono al collasso dell’identità. Come la rana nella pentola che non si accorge dell’acqua che bolle, molte vittime di relazioni erotico-disfunzionali si risvegliano troppo tardi.
Il fascino del proibito e la cultura della “libera perversione”
Viviamo in un’epoca che ha smesso di giudicare la perversione e ha iniziato a celebrarla. Questo è, in parte, un grande passo verso la libertà sessuale.
Ma attenzione: la cultura della “libera perversione” può diventare una maschera dietro cui si nasconde la negazione del dolore.
Non tutto ciò che è accettato è sano. E non tutto ciò che è trasgressivo è liberatorio.
Nel mio libro, PARAFILIE: IL METODO STRATEGICO: Come passare dal disturbo all’appagamento, chiarisco un principio fondamentale: la trasgressione può essere un’arte, ma quando diventa un’ossessione, smette di essere libera.
Strategie pratiche per riconoscere e affrontare le relazioni erotico-disfunzionali
Chi si trova invischiato in dinamiche come quella descritta nel caso Gualandi può fare molto per proteggersi, ma serve un lavoro di consapevolezza e rottura dei pattern ripetitivi.
Ecco alcune strategie pratiche:
- Osserva il tuo linguaggio interno. Quando ti accorgi di giustificare costantemente l’altro (“È solo un gioco”, “Mi ama a modo suo”), fermati. Domandati: Sto parlando con la mia voce o con la sua? Cambiare linguaggio interno è il primo passo per cambiare visione.
- Rompi il patto implicito. Ogni relazione tossica si regge su un patto non detto: “Io accetto il tuo dominio, tu mi dai attenzioni”. Smascherare questo accordo significa iniziare a disinnescarlo. Scrivilo, leggilo ad alta voce. Ti accorgerai di quanto sia distorto.
- Agisci “come se” fossi libero/a. Agisci per una settimana “come se” fossi completamente libero/a da quella relazione: come cammineresti, cosa diresti, dove andresti? L’azione produce consapevolezza più della riflessione. E può riattivare risorse che sembravano perdute.
- Coinvolgi un testimone. Le relazioni erotico-dipendenti prosperano nel segreto. Coinvolgere una persona fidata rompe l’isolamento e ti ancora alla realtà. Non serve raccontare tutto. Basta dire: “Ho bisogno che tu tenga un occhio aperto su di me. Se mi vedi cambiare in peggio, dimmelo.”
- Chiediti: “Questo è desiderio o dipendenza?” La parafilia accende, non consuma. Distingui il fuoco dall’incendio. Il desiderio ti rende più vivo/a. La dipendenza ti svuota. Se l’eros è diventato una gabbia dorata, non è più eros.
Il caso Gualandi non è un’anomalia, ma uno specchio dei nostri tempi: tempi in cui il confine tra libertà sessuale e abuso psicologico si fa sottile, scivoloso, ambiguo. Solo una cultura del desiderio consapevole, accompagnata da una riflessione seria sulle parafilie e i loro risvolti relazionali, può restituire dignità a ciò che l’eros ha di più potente: il suo essere un incontro, e non una conquista.
Come recita un antico paradosso zen: “Quando due cuori si incontrano nella verità, non c’è più chi domina e chi si arrende, ma solo due guerrieri che depongono le armi per toccarsi con rispetto.”
Bibliografia
- Algeri, D. (2025). Parafilie – Il Metodo Strategico: come passare dal disturbo all’appagamento. Amazon.
- Nardone, G. (1997). Oltre i limiti della paura. Ponte alle Grazie.
- American Psychiatric Association. (2013). DSM-5: Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders.
Il mio nuovo libro: un invito al cambiamento
Dopo anni di studio e applicazione sul campo, ho deciso di condensare la mia esperienza in Parafilie: Il Metodo Strategico. Come passare dal disturbo all’appagamento, un libro che guida sia chi vive una parafilia, sia i professionisti che le trattano. In queste pagine troverete casi reali, esercizi pratici e un protocollo innovativo per trovare un’alternativa alla modalità più utilizzata, scritto con un linguaggio accessibile e diretto. Lo trovi in formato ebook e cartaceo su Amazon. Un investimento che vale una consulenza strategica.
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